Violentata nella cabina del telefono a Como, prima udienza. L’imputato chiede il rito abbreviato

Tribunale Picchiata con cocci di bottiglia e abusata. Soccorsa nella notte ricoperta di sangue. L’aggressore arrestato in viale Varese. La violenza avvenne nell’agosto dell’anno scorso

Tensione, ieri mattina in aula, nel corso della prima udienza per quanto avvenne all’interno di una cabina del telefono accanto al Tribunale. Un uomo originario del Pakistan, Ghulam Shabbir Imran, è accusato dalla Procura di aver brutalmente stuprato una donna di 59 anni, di origine bulgara, proprio nella cabina. Un cruento fatto di cronaca, che ebbe eco nazionale, che si verificò nella nottata di sabato 6 agosto.

In aula erano presenti sia l’imputato che la vittima. Il pakistano, tramite il proprio avvocato Corrado Leoni, ha scelto di essere giudicato con il rito Abbreviato che, in caso di condanna, porterà allo sconto di un terzo della pena. La vittima, assistita dalla legale Laura Tettamanti, si è costituita parte civile. L’udienza è stata poi rinviata a dopo l’estate per entrare nel merito e arrivare alla sentenza.

La vittima era stata operata più volte

Il pubblico ministero Antonio Nalesso – che aveva sostanzialmente cristallizzato la ricostruzione di quanto accadde tramite un incidente probatorio – aveva mandato avanti il fascicolo chiedendo il processo. L’avvocato Leoni ha chiesto e ottenuto per il suo cliente di essere giudicato in Abbreviato. La signora, nelle giornate successive alla violenza, era stata operata più volte. In quella drammatica serata di sabato, a salvarla erano state due ragazze ucraine che lavorano in città (erano corse nel vicino chiosco per lanciare l’allarme).

Quando i carabinieri erano arrivati in via Auguadri, il pakistano già non c’era più. Fu ritrovato poco dopo seduto su una panchina di viale Varese, ancora imbrattato del sangue della vittima. I vestiti dell’uomo erano stati posti sotto sequestro al pari del marsupio che conteneva poche monete. La scena era stata ripresa anche dalle telecamere di sicurezza del Tribunale. I frame erano stati acquisiti dai carabinieri.

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