«Violentò una collega nei bagni». A processo

L’udienza Responsabile di sala di una pizzeria comasca finisce a processo con l’accusa di abusi sessuali. Secondo l’accusa la donna aggredita all’orario di chiusura

Como

Lui nega tutte le accuse a suo carico. E per questo non ha voluto seguire la via di riti alternativi, ma ha scelto il rischio di una udienza di fronte al Collegio di Como. E così è stato, perché il giudice dell’udienza preliminare Maria Elisabetta De Benedetto lo ha rinviato a giudizio. Francesco Galluccio, 38 anni residente a Carimate, impiegato all’epoca dei fatti in una pizzeria del Comasco, dovrà comparire a processo con l’accusa di avere abusato sessualmente di un’altra dipendente nei bagni del locale, dopo l’ora di chiusura. L’udienza è stata fissata per il prossimo mese di aprile.

Accusa e difesa

La vittima si è costituita parte civile, rappresentata dall’avvocato Raffaella Ruggeri, mentre l’imputato è difeso dall’avvocato Andrea La Russa. I fatti risalgono al mese di aprile del 2022, nell’ambito di una indagine che in questi mesi – dopo la segnalazione dell’accaduto – è stata portata avanti dal pm Antonio Nalesso.

Nella ricostruzione che era stata fatta dell’episodio, avvenuto nei bagni della pizzeria, la vittima (che lavorava come cameriera nel locale e che quella sera era attesa all’esterno dal marito) aveva anche raccontato di una richiesta di silenzio con la promessa di un aumento di stipendio, evidentemente giocando sul ruolo di gestore della sala da parte dell’imputato che tuttavia non era il titolare del locale e che dunque non avrebbe potuto concedergli quell’integrazione.

Il sospettato, sentito in fase di indagine dagli inquirenti, ha sempre respinto le accuse non dicendo (come di solito avviene in queste brutte vicende) che il rapporto era stato consenziente, ma che non c’era stato proprio alcun approccio sessuale con la dipendente. A supporto aveva portato il racconto di un testimone che all’esterno della pizzeria, all’uscita dei due dipendenti, non aveva notato nulla di anomalo.

La Procura ritiene invece di avere in mano elementi a carico, anche in base a tracce biologiche che erano state repertate e che sono confluite nel fascicolo di indagine. In forza di questi riscontri la procura ha comunque chiesto il processo ottenendo dal giudice il rinvio a giudizio.

L’inchiesta

La vicenda risale ormai a più di tre anni fa. Teatro della brutta storia un locale pizzeria del Comasco, all’ora della chiusura. Terminate le pulizie e la sistemazione dell’attività commerciale, la donna si era accorta che le luci erano rimaste accese. Aveva così raccontato agli inquirenti di essere scesa per spegnere venendo raggiunta dal collega nei bagni al piano di sotto dove era stata violentata.

Sempre stando alla denuncia che era stata presentata dalla vittima, l’uomo le aveva poi chiesto di rimanere in silenzio. Cosa che non avvenne visto che la donna si presentò comunque, in seguito, a raccontare ai carabinieri quanto era avvenuto nei bagni della pizzeria dando così il via all’indagine penale che ora approderà di fronte al Collegio del Tribunale di Como in aprile, a quattro anni dal presunto abuso.

Posizioni all’opposto, come riferito in precedenza. Perché di fronte all’accusa della dipendente, c’è una negazione totale dell’accaduto da parte dell’imputato che smentisce ogni rapporto sessuale e ovviamente anche alcun tipo di violenza contro la donna.

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