Como, arrestato primario: avrebbe narcotizzato e abusato di un’infermiera

L’inchiesta La donna ha anche registrato una telefonata in cui il medico avrebbe ammesso la violenza

Un medico comasco, anestesista, è stato arrestato dai carabinieri di Turate con l’accusa di violenza sessuale aggravata. L’uomo, secondo le contestazioni, poco meno di un mese fa avrebbe narcotizzato un’infermiera che aveva invitato a casa sua e avrebbe abusato sessualmente di lei. L’arresto è stato eseguito dai carabinieri della stazione di Turate.

Doverosa premessa: l’ospedale Villa Aprica di Como, in quanto stiamo per raccontare, non ha alcun ruolo e il reato di cui si parla, come pure ciò che è ruotato attorno, nulla hanno a che vedere con il nosocomio cittadino. Tuttavia, nella serata di martedì, il primario di Anestesia e Rianimazione della struttura, il dottor Andrea Carlo Pizzi, 53 anni il prossimo 9 agosto, che nell’ospedale lavorava - oltre ad avere uno studio medico privato a Saronno - è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Turate in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere per le ipotesi di reato di violenza sessuale ai danni di una amica, una infermiera professionale comasca in servizio in un ospedale del Milanese.

La donna sarebbe prima stata narcotizzata con un farmaco e in seguito violentata mentre era incosciente

La donna, secondo quanto sostenuto dal pesante capo di accusa, sarebbe prima stata narcotizzata con un farmaco e in seguito violentata mentre era incosciente. Accuse che il professionista, già sentito dal pubblico ministero della procura di Busto Arsizio titolare delle indagini (l’abuso sarebbe infatti avvenuto nella casa del dottore, a Saronno) avrebbe respinto con decisione, sostenendo una tesi alternativa ovvero che il rapporto fosse in realtà consenziente. Toccherà all’indagine rispondere a tutti i quesiti che ancora gravitano attorno alla vicenda, partendo però da un elemento molto importante: una telefonata registrata dalla vittima all’indomani del presunto abuso in cui lo stesso medico avrebbe confermato quanto avvenuto nelle ore precedenti ammettendo la violenza sessuale.

«Ho ammesso di averla abusata, ma solo per liberarmi di lei. Non ho fatto nulla di ciò che mi accusa»

«Ho ammesso il falso per liberarmi di lei – avrebbe detto il medico, parola più parola meno, di fronte al pubblico ministero – L’ho fatto per togliermela di torno». Una “spiegazione” cui il giudice delle indagini preliminari non ha creduto, e il pm neppure, chiedendo il secondo e firmando il primo l’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere il medico anestesista di Villa Aprica. A denunciare quanto era accaduto era stata, lo scorso 12 luglio, l’infermiera vittima del presunto abuso. La donna, che abita nel Comasco, si sarebbe presentata dai carabinieri della stazione di Turate per raccontare quanto era avvenuto nella serata del primo luglio.

La donna, amica del medico, avrebbe riferito di aver trascorso la serata con lui, prima a Saronno e poi a una festa in quel di Rovello Porro. La signora nei giorni precedenti era stata vittima di un incidente che le causava dei forti dolori a un braccio. Per questo motivo il medico – stando al racconto della vittima fatto ai carabinieri – l’avrebbe invitata a casa sua per somministrarle un antidolorifico. Da questo momento in avanti, la donna avrebbe riferito di non ricordare più nulla e di essersi risvegliata intontita solo più avanti, trovandosi sdraiata sul divano con pantaloni e slip al ginocchio e con il dottore nudo di fronte a sé. Questa è almeno la versione raccontata dalla donna nella denuncia, corroborata però da una telefonata in cui lo stesso medico le confermerebbe l’abuso. Audio che è agli atti. Il medico è stato arrestato e portato in carcere. Nelle prossime ore verrà sentito dal giudice delle indagini preliminari di Busto Arsizio che ha firmato l’ordinanza accogliendo le richieste della procura.

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