Virus, studenti bloccati e 3 in quarantena

Lo stop ai voli ha fermato in Cina quattro musicisti del Conservatorio, chi è rientrato starà a casa 14 giorni. All’Insubria sono tornati tutti tranne due ragazzi. Chi è a Como ha scelto di seguire un periodo di autoisolamento

«Noi siamo qui ad aspettarli». Il blocco dei voli, deciso dall’Italia per arginare la diffusione del Coronavirus, non consente il ritorno in città a quattro studenti del Conservatorio di Como, al momento in Cina.

Tutto bloccato

«Purtroppo tutto è ancora fermo – spiega il direttore Carlo Balzaretti –non sono ancora riusciti a tornare. Siamo in stretto contatto: abbiamo inviato loro il materiale didattico e gli appunti affinché possano continuare a studiare. Abbiamo un rapporto amicale, con certi molto stretto. Siamo loro vicini anche da un punto di vista umano e affettivo: siamo qui ad aspettarli». I ragazzi sono cinesi e, a differenza dei colleghi (i quali frequentano tutti regolarmente), prima di rientrare dovranno probabilmente aspettare la fine della misura voluta dalle autorità sanitarie, convinte della necessità di tenere a terra i voli da e per il paese del Dragone per contenere la propagazione del Coronavirus.

Nei giorni scorsi, fra tutti gli alunni orientali e italiani, l’istituto lariano ha selezionato chi, recentemente, si era recato in Cina per attività concertistica o per festeggiare il capodanno cinese. Il numero totale arrivava a tre: due persone italiane e una cinese. Balzaretti ha scritto loro una mail personale, chiedendo d’osservare il periodo di due settimane prima di rientrare a seguire le lezioni, seguendo i consigli del consolato generale della Cina. Il fatto ha avuto un’eco mediatico non indifferente, sebbene, a ben guardare, abbia soltanto anticipato le disposizioni per le scuole contenute nell’ultima circolare del ministero della Salute.

Sempre restando in ambito accademico, per quanto riguarda l’Insubria, nelle ultime due settimane sono riusciti a ritornare in Italia quasi tutti gli studenti dislocati in Cina. Al momento, solo in due, lontani però dalla zona del contagio, hanno deciso di restare, aspettando la fine dell’emergenza. «Chi è rientrato non è stato messo in quarantena perché non proveniva né da Wuhan né dall’Hubei - spiega il docente di lingua cinese Daniele Brigadoi Cologna - La maggior parte di loro ha comunque optato per un periodo di autoisolamento, osservando la profilassi suggerita dal Ministero della Salute, dopo essersi messi in contatto con il 1500. Attualmente nessuno di loro,mostra sintomi influenzali». Invece, sono meno di una trentina i laureati dell’ateneo lariano e trasferiti nel paese del Dragone per motivi di lavoro o studio, rientrati negli ultimi due mesi a scopo precauzionale.

Un legame forte

È molto forte il legame fra l’Insubria e la Cina. Negli ultimi dieci anni, sono oltre cinquecento i giovani laureati dell’Insubria che hanno trascorso da uno a quindici mesi di soggiorno studio, durante il loro triennio. Molti vi ritornano per un ulteriore periodo di perfezionamento linguistico postlaurea, per ultimarvi la laurea magistrale oppure per lavoro. Sono 164 gli studenti che stanno imparando il cinese nei corsi di Scienze della mediazione interlinguistica e interculturale e di Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale. Settimana scorsa, i rappresentanti delle associazioni Tigre Bianca ed Erasmus student network hanno organizzato a Como un flashmob in solidarietà al popolo dell’Estremo Oriente.

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