Yacht Club, bufera sullo statuto. Puoi candidarti contro i vertici, se i vertici non ti sanzionano

Tensione in associazione Venerdì l’assemblea dei soci dovrà discutere le modifiche alle regole interne. E alcune norme preoccupano

Se un socio dello Yacht Club vorrà candidarsi in futuro come alternativa al presidentissimo Giancarlo Ge, dovrà stare attenti d’ora in poi a non essere sanzionato dal direttivo presieduto da Giancarlo Ge. Venerdì prossimo l’assemblea dei soci del sodalizio ospitato nella meravigliosa location (di proprietà comunale) con i piedi a mollo nel lago e vista sulla curva dei tifosi del Como, è chiamata a modificare lo statuto dell’associazione. Ma sulle modifiche proposte tira aria di bufera.

L’assemblea di venerdì

In realtà l’appuntamento di venerdì dovrebbe essere un passaggio più tecnico che sostanziale. Nel senso che la convocazione dell’assemblea è relativa alle modifiche allo statuto imposte dalle nuove normative sul Terzo settore e, in particolare, sulle Asd (le Associazioni Sportive Dilettantistiche). In realtà accanto alle modifiche di legge, nella bozza inviata ai soci sono all’improvviso comparse anche novità che potrebbero avere ripercussioni non di poco conto sulla vita sociale della realtà che unisce - da decenni - motonautica e vela. Modifiche che, lette con un po’ di malizia, sembrerebbero andare nella direzione di un rafforzamento dei poteri della presidenza.

Tre, in particolare, le modifiche sulle quali è lecito attendersi un certo dibattito interno. La prima riguarda la scelta dei revisori dei conti, ovvero quell’organismo indipendente all’associazione chiamato a verificare la correttezza della gestione contabile e di bilancio. In sostanza parliamo di professionisti che verificano che il direttivo abbiamo svolto correttamente i propri compiti relativi alla gestione del denaro. Fino a oggi la scelta dei revisori viene fatta dall’assemblea dei soci. Da venerdì, se lo statuto venisse cambiato, questo compito passerebbe al consiglio direttivo, cioè all’organismo che ha poteri di «ordinaria e straordinaria amministrazione». Secondo punto controverso - collegato a suo modo con l’ultimo - riguarda il collegio dei probiviri, che ha il compito tra l’altro di decidere sui ricorsi contro i provvedimenti disciplinari ai danni dei soci.

Cambiano innanzitutto i criteri di eleggibilità: ora si può far parte del collegio se si hanno 10 anni di vita associativa o 5 se si ricoprono incarichi giuridici (magistrato, avvocato ecc.). Da venerdì, nel caso, si passa a 20 e a 10 anni. Ma, soprattutto, si fanno più stringenti sui ricorso contro i provvedimenti disciplinari, dovendo - nel caso di rideterminazione delle sanzioni - provvedere a una «adeguata motivazione» non prima di aver sentito il consiglio direttivo, cioè coloro che hanno dato la sanzione. Infine il presidente ha diritto a partecipare al collegio dei probiviri, i quali hanno l’obbligo di invitarlo.

Il nodo sanzioni

Proprio sulle sanzioni si gioca l’ultima modifica. Perché i vertici di Yacht Club vorrebbero introdurre una norma in base alla quale il socio che ha preso qualsivoglia sanzione dal consiglio direttivo non possa candidarsi alle elezioni per le cariche sociali. Questo in virtù del principio in base al quale i vertici dell’associazione devono essere «dotati di una irreprensibile condotta morale, civile e sportiva». Ma, è chiaro, se dal principio si cala verso la pratica, il rischio è che i vertici in carica del sodalizio possano decidere di sanzionare un socio “oppositore” con velleità di candidatura ed escluderlo così dalla corsa elettorale. Venerdì si vota. E l’assemblea rischia di essere calda.

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