
Cronaca / Como città
Mercoledì 22 Gennaio 2025
Registri, libri contabili, dipendenti. Che caos allo Yacht Club: tutto da rifare
Il caso Un parere legale del 2024 metteva già in guardia i soci dai rischi che la società correva - Ma il consiglio direttivo non lo ha mai reso noto: problemi con contratti e affiliazioni sportive
Yacht club, ecco cosa non va secondo il commissario straordinario. Ai soci e alle socie del club è arrivato una lettera firmata da Niki D’Angelo, commissario straordinario subentrato alla guida dell’associazione dopo le dimissioni della maggioranza dei membri del consiglio direttivo a inizio dicembre. Uno scossone che ha fatto emergere «significative criticità» interne allo Yacht Club.
Domande congelate
Intanto, scrive il commissario, è necessario presentare un «ravvedimento operoso per gli anni 2024 e 2023», come già indicato dall’ultimo presidente Silvio Santambrogio. Inoltre sono state congelate le nuove domande d’ammissione e non sono stati accettati pagamenti per gli ormeggi senza contratto, «considerando che sono inderogabilmente scaduti senza possibilità di rinnovo tacito». «A dicembre è pervenuto un documento firmato da 67 soci – si legge nella lettera – dei quali è stato possibile identificarne solo 12 essendo le firme illeggibili, con cui si chiedeva di bloccare l’incarico affidato ad un ragioniere riguardante la gestione del ravvedimento operoso. Non è stato dato seguito alla richiesta volendo chiudere il procedimento fiscale sempre a tutela della nostra associazione». Sempre a dicembre il Comune, proprietario della sede, ha chiesto tutta la documentazione dell’associazione. Anche l’Agenzia delle Entrate ha bussato con l’intenzione di vederci chiaro, archiviata la lunga gestione dell’ex presidente Giancarlo Ge.
«Risulta acquisito agli atti un parere reso dallo Studio Marcinkiewicz, Patelli, Tumbiolo associati. Lo stesso, nella disponibilità del consiglio direttivo dal maggio 2024, non è mai stato portato a conoscenza dei soci. Tale parere segnala le criticità connesse alle attività commerciali svolte dall’associazione e i riflessi delle stesse sulla natura dell’associazione medesima che, nel caso di preminenza delle attività commerciali sulle attività sportive, potrebbe essere considerata un ente commerciale a tutti gli effetti e non più una associazione sportiva dilettantistica. Con le inevitabili ripercussioni sia a carattere tributario che nel rapporto con gli enti pubblici». Ad esempio per la concessione della sede sociale da parte del Comune, la concessione demaniale del porto marina, l’affiliazione alle relative federazioni sportive.
Verso l’assemblea
D’Angelo informa anche i soci che allo Yacht Club manca un responsabile per la sicurezza delle persone vulnerabili, mai nominato, manca un modello organizzativo per la condotta dell’associazione sportiva, infine ci sono tra i tesserati necessari per l’affiliazione alle federazioni pochi atleti rispetto ai tanti dipendenti, collaboratori e familiari. «Ad esempio, la Federazione italiana vela ha da noi solo quattro atleti attivi dei quali uno nemmeno socio. Per la motonautica la situazione è molto simile». Nella gestione contabile risulta un ammanco pari a 1.650 euro mai denunciato. Il libro verbali e il libro soci non sono tenuti correttamente e «mancano dati essenziali». Il libro inventari non si trova, i contratti del porto marina «non hanno spesso la firma e mancano riferimenti alle imbarcazioni». Tutte queste informazioni sono utili, secondo il commissario straordinario, in vista della assemblea elettiva convocata per l’8 febbraio.
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