Yacht Club, il fisco chiede 1,2 milioni: «Attività commerciale, non sportiva»

La controversia Verbale di constatazione dell’Agenzia delle entrare per i profitti fino al 2023. Il presidente: «Stiamo valutando di procedere a un accordo riducendo a un sesto le sanzioni»

Como

Prima il Comune. Ora l’Agenzia delle entrate. Per lo Yacht Club di Como si apre un nuovo fronte di battaglia (fiscale) a causa dei bilanci passati dell’associazione sportiva. E il nuovo fronte è un contenzioso da un milione e duecentomila euro. Denaro che il fisco chiede all’ente di viale Puecher come sanzione per i mancati pagamenti delle tasse sugli introiti commerciali del sodalizio.

Nelle scorse settimane i vertici dello Yacht Club hanno ricevuto un verbale di constatazione frutto dell’analisi dei bilanci fino al 2023. Bilanci dove la voce relativa agli introiti commerciali è stata considerata, dal fisco ora e da Palazzo Cernezzi prima, eccessiva. E, comunque, clamorosamente stonata per quella che dovrebbe essere la reale attività di un’associazione sportiva dilettantistica: vendita di carburante, gestione del ristorante, introiti del bar, affitto della sede per eventi sono voci che hanno fatto esplodere le cifre dei bilanci dello Yacht Club.

La nuova lettera notificata a viale Puecher porta le pretese economiche degli enti pubblici a oltre 2 milioni di euro.

L’indagine da parte dei funzionari dell’Agenzia delle entrate di Como ha preso il via in seguito agli articoli pubblicati su La Provincia negli ultimi anni, prima, ad almeno un esposto presentato successivamente. All’inizio di quest’anno gli uomini del fisco avevano richiesto urgentemente l’invio di tutti i documenti societari: i bilanci degli ultimi sei anni (quindi fino a quello del 2023, visto che il 2024 non era ancora stato approvato all’epoca), i verbali dell’assemblea dei soci, del consiglio direttivo e del collegio sindacale, una memoria riguardo a tutte quelle attività commerciali «non correttamente trattate dal punto di vista tributario» e pure eventuali pareri professionali in merito al bilancio.

Risale invece al maggio scorso la lettera inviata dal Comune di Como con la quale il settore patrimonio di Palazzo Cernezzi ha chiesto un milione di euro di arretrati per l’adeguamento del canone della sede, in considerazione sia l’incremento del valore della sede stessa (uno degli immobili comunali più prestigiosi della città) sia l’uso di alcune aree dell’immobile pubblico per scopi commerciali e non certo sportivi.

«I nostri legali - commenta il presidente dello Yacht Club Gioacchino Favara, in carica dallo scorso febbraio - stanno valutando di procedere ad un accordo sull’accertamento riducendo ad un sesto le sanzioni», quindi con un maxi sconto rispetto al conto salatissimo formalizzato dall’Agenzia delle entrate. «In ogni caso abbiamo sufficienti per far fronte ad eventuali adesioni all’accertamento».

Sul fronte del Comune «abbiamo già risposto con una perizia che chiarisce le ragioni per le quali le somme richieste non sono dovute». Ma prima di «sedersi al tavolo per trattare il canone» con Palazzo Cernezzi, i vertici dell’associazione vogliono chiudere «il contenzioso del distributore» chiuso sempre su ordine dell’amministrazione comunale: «Abbiamo un tavolo aperto con gli uffici e con la conferenza dei servizi e tutti i documenti richiesti sono stati depositati» conclude Favara.

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