Arriva il Festival di Sanremo: più Amadeus, meno Zelensky

L’evento Da stasera a sabato: dal presidente ucraino solo un messaggio che sarà letto dal presentatore. Morandi “spalla” di lusso. Attesa per Chiara Ferragni

Sanremo n. 73 è anche il n. 4 per Amadeus, conduttore ama-tissimo che sembra destinato a ripercorrere il cammino di illustri predecessori come Mike Bongiorno (undici conduzioni) e (tredici) perché la sensazione è che in lui la Rai e il Festival abbiano trovato il padrone di casa ideale.

Comprimario d’eccezione

Come noto, peraltro, quest’anno sul palco dell’Ariston sarà affiancato da un comprimario d’eccezione, quel Gianni Morandi che arrivò terzo l’anno scorso, che vinse nell’87 con Ruggeri e Tozzi (mentre quest’anno “trietterà con Al Bano e Ranieri) e, soprattutto, anche se nessuno sembra ricordarlo, ha presentato due edizioni, quelle del 2011 e 2012. Poi ci saranno i volti femminili: Chiara Ferragni la prima e l’ultima sera, nel mezzo Francesca Fagnani, Chiara Francini e Paola Egonu. Tra gli ospiti gli ovvi Mahmood e Blanco che ricanteranno “Brividi”, vincitrice lo scorso anno, i redivivi Pooh che renderanno omaggio allo scomparso Stefano D’Orazio.

Nelle prossime sere subiremo i Måneskin, scornati dai Grammy (ma qualcosa doveva pure andare storto, prima o poi), Peppino di Capri, Gino Paoli e Ornella Vanoni, Achille Lauro (sarebbe stato strano mancasse proprio quest’anno), Annalisa, Piero Pelù, La Rappresentante di Lista, Francesco Renga e Nek, mentre dalla Costa Smeralda ecco l’altra metà dei Ferragnez Fedez, Salmo, Guè e Takagi & Ketra.

A questo punto si dovrebbe perfino ricordare che esistono anche dei nomi in gara. Stasera saranno Anna Oxa, Ariete, Colla Zio, Coma_Cose, I Cugini di Campagna, Elodie, Gianluca Grignani, Gianmaria, Leo Gassmann, Mara Sattei, Marco Mengoni, Mr Rain, Olly e Ultimo. Domani spazio agli Articolo 31, Colapesce Dimartino, Giorgia, Lazza, Lda, Levante, Madame, Modà, Paola e Chiara, Rosa Chemical, Sethu, Shari, Tananai e Will. Secondo Stefano Coletta, direttore dell’Intrattenimento di prime time della Rai, Amadeus «Ha saputo creare una narrazione democratica in tutte le direzioni: davvero ce n’è per tutti come il servizio pubblico deve fare, sintonizzandosi con il Paese, dalle fasce più giovani alle più anziane. Sarà una grande festa fatta di memoria, commozione, allegria, sobrietà e semplicità che contrassegnano questo padrone di casa, accompagnato da un artista come Morandi che ha fatto la storia della musica».

A proposito di storia: «Al Festival ci sarà omaggio a Lucio Battisti e a Lucio Dalla», ha annunciato Amadeus, nella prima conferenza stampa della manifestazione ricordando che quest’anno entrambi festeggerebbero l’ottantesimo compleanno (e c’è anche il 25° della dipartita dell’autore di “Un’avventura”). «Ricorderemo Battisti nella prima serata e Dalla venerdì sera. L’idea – dice Gianni Morandi – è di far cantare tutto l’Ariston».

Ma la questione più importante da dirimere presentando il Festival non riguarda né chi gareggia né chi viene a fare vetrina – va aggiunta anche Elena Sofia Ricci per il consueto spottone alla fiction Rai di turno, in questo caso “Fiori sopra l’inferno” - bensì un capo di Stato. In un’intervista a Bruno Vespa, Volodymyr Zelensky aveva espresso il desiderio di parlare agli italiani approfittando di Sanremo (che è visto, peraltro, in tutto il mondo: fortissimo soprattutto in Sud America e... in Russia). Subito si era innescata la polemica sull’opportunità e la non opportunità di questa ventilata apparizione.

Alla fine il protagonista di “Servant of the people” diventato premier dell’Ucraina martoriata dalla guerra si limiterà a inviare un messaggio che sarà letto da Amadeus che ha tentato di soffiare sul fuoco delle critiche preventive: «Trovo molto romantico avere una lettera e poterla leggere. Si è parlato molto di questo intervento: il desiderio del presidente ucraino era di esserci. Ma lui stesso non aveva detto “Sarò in presenza” o “In videomessaggio”. Poi tramite l’ambasciatore ha espresso il desiderio di scrivere una lettera. La leggeremo come mi arriverà. Abbiamo solo chiesto che sia già tradotta in italiano».

Quello che vuole?

Potrà dire quello che vuole? “Mi sembra complicato poter censurare il presidente. Il controllo di noi dirigenti è preventivo alla messa in onda di ogni programma, ma sorrido all’idea di un dirigente Rai che possa censurare un presidente», ha chiosato Coletta.

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