Dal film al fumetto: la sfida di “Freaks”
non vuole svanire

Choc Nel 1932 Tod Browning fece scandalo con un’opera sui “fenomeni da baraccone”. Oggi in Italia quella storia diventa un graphic novel

“Freaks”: dall’oblio all’inserimento, oltre sessant’anni dopo, nel “National Film Registry” della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, quando ormai il regista Tod Browning era scomparso da più di un trentennio e, con lui, tutti gli attori del cast. Oggi, addirittura, “Freaks” vive una riscoperta tutta italiana, grazie alla versione a fumetti curata da Andrea Cavaletto.

Euupre “Freaks”, che il regista americano volle fortemente e fece uscire nel 1932, fu definito un “film maledetto”. La sua colpa era quella di portare sullo schermo cinematografico i cosiddetti “fenomeni da baraccone”, quelli che gli americani erano abituati a vedere nei cosiddetti “Freak show”.

Vita vagabonda

Il concetto di “freak” viene associato allo “scherzo della natura”, a qualcosa che sembra non poter esistere. A volte il termine può essere usato in maniera positiva - come nel caso del giocatore di pallacanestro Gianni Antetokounmpo, “the greak freak” - ma molto più spesso il suo significato è negativo, addirittura dispregiativo.

La particolarità di Browning è che lui nel mondo dei “Freak show” ci è cresciuto fin da quando, diciottenne, decise di scappare di casa con una ballerina conosciuta a Louisville e iniziare la vita vagabonda del vaudeville. Non era ancora giunto il ventesimo secolo e il futuro regista aveva già sperimentato i più diversi ruoli, da imbonitore a presentatore, fino a trasformarsi lui stesso in parte dello show, compiendo imprese al limite della pazzia, come quella di farsi seppellire vivo.

Sapendo che questa fascinazione per il “diverso” Browning se la portava dietro da oltre trent’anni, è più facile capire l’occhio con cui il regista ha girato il film. Il cast comprendeva alcuni dei più celebri artisti del tempo, dalle gemelle siamesi Daisy e Violet Hilton al cosiddetto “uomo senza gambe” Johnny Eck, fino ad arrivare allo straordinario Prince Randian, uomo nato senza i quattro arti, ma comunque in grado di accendersi una sigaretta da solo - scena mostrata nel film! - e di vivere una vita normale, sposandosi e avendo pure quattro figli. Nella pellicola queste persone vengono ritratte nella loro straordinaria umanità, mostrando anche le loro eccezionali capacità. Non sono macchiette, sono persone che hanno sentimenti puri, specie se confrontati alla tremenda Cleopatra e al malvagio Ercole. Di più, sono una comunità compatta e solidale.

Stroncature

Quando il film uscì, Browning era reduce dal successo di “Dracula”, iconica pellicola che trasformò per sempre la carriera di Bela Lugosi. Nonostante questo, “Freaks” segnò per sempre la carriera del regista. Ci furono tagli rispetto alla prima versione - oltre mezz’ora di girato - e l’aggiunta del classico “happy end”, ma i giornali dell’epoca lo stroncarono, venne ritirato in fretta e furia dalle sale e censurato all’estero, tanto che in Italia arrivò solo nel 1983.

Possiamo ipotizzare che il film non venne capito, che portare sullo schermo una storia ambientata in un circo con dei veri “freak” nel ruolo di attori fosse troppo azzardato.

Ma, forse, la scomoda verità è che gli spettatori non erano pronti a vedere l’umanità dietro il diverso. Ritrovarsela sbattuta in faccia ha distrutto le loro certezze perché scoprirono che, probabilmente, quegli “scherzi della natura” erano più umani di loro stessi.

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