Divine creature e foto da museo. Un’inclusione a regola d’arte

Mostra Gli scatti di Leonardo Baldini al Museo Diocesano di Milano la disabilità in capolavori “ricreati”

L’arte e la bellezza come mezzi privilegiati per parlare di inclusione. Nasce così “Divine creature”, il progetto curato da Adamo Antonacci in mostra fino a domenica 14 aprile al Museo diocesano “Carlo Maria Martini” di Milano. Una esposizione unica, basata su dieci scatti del fotografo Leonardo Baldini che immortalano ragazzi con disabilità e alcuni loro familiari mentre riproducono – con straordinaria fedeltà – altrettanti capolavori della storia dell’arte dal XV al XX secolo.

Ed è tutto, fuorché un «semplice tentativo di imitazione o riproduzione delle opere originali»: agli scatti, infatti, «sono seguite ore di meticolosa post-produzione, che però non ha mai modificato volti ed espressioni degli “attori” ai quali era stato chiesto di interpretare e vivere in prima persona la scena e non solo di mettersi in posa», come spiegano dal Museo diocesano.

Questo, dunque, ha reso le persone con disabilità «realmente protagonisti dell’opera, non uno strumento passivo per arrivare alla sua riproduzione fotografica», a dimostrazione della profondità del progetto. Dietro all’iniziativa «non ci sono solo tecnicismo e professionalità, ma c’è umanità, c’è poesia, c’è il desiderio di appropriarsi della bellezza e di fare un’esperienza di senso», sempre nelle parole dei curatori dell’esposizione.

“Divine creature” mostra episodi della vita di Cristo, dall’Annunciazione alla Natività, dalla Passione alla Cena di Emmaus. «A partire da queste opere sono stati allestiti dei veri e propri set fotografici con scenografie accurate e una sapiente regia: un lavoro complesso e sofisticato reso possibile grazie al coinvolgimento di professionisti del settore», in primis scenografi, truccatori, tecnici delle luci e costumisti.

Gli unici non-professionisti sono, come anticipato, i soggetti degli scatti. «È stata questa la scelta più coraggiosa, strumento e obiettivo di una riflessione molto più profonda. Gli “attori” coinvolti per ridare vita ai personaggi dipinti nei quadri dei grandi maestri del passato sono ragazzi e ragazze con disabilità e alcuni loro famigliari che si sono lasciati coinvolgere in un dialogo con l’espressione artistica e con i temi che essa incarna, intensificandone il significato». E l’effetto finale è davvero straordinario. Il Museo diocesano, in piazza sant’Eustorgio, è aperto da martedì a domenica dalle 10 alle 18. Il biglietto (intero 9 euro, ridotto 7) consente anche la visita alla collezione permanente e alla mostra “Giovanni Bellini. Il Compianto dai Musei Vaticani”.

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