Allarme: crescono i bisogni, ma in tavola c’è meno cibo

Società Preoccupano gli ultimi dati forniti dal Banco Alimentare provinciale. Donazioni ridotte del 10%: quest’anno 20 tonnellate in meno rispetto al 2022

Aumentano i bisognosi, diminuisce il cibo a disposizione. È questa la situazione che emerge dall’analisi fatta da Siticibo, iniziativa del Banco Alimentare che da anni si occupa di raccogliere dalla grande distribuzione e dalle mense pubbliche e private le eccedenze di pietanze fresche, per poi destinarle a chi ne ha necessità. Siticibo è un progetto di solidarietà sociale che negli anni è cresciuto, coinvolgendo sempre più il territorio; attualmente rifornisce 21 comunità sul territorio provinciale, tra cui la Piccola Casa Ozanam, l’associazione dei Vincenziani di Albate, la Casa Famiglia Ballerini di Cantù dedicata ai padri separati, la Comunità dell’Annunciata di Fondazione Somaschi.

La voglia di donare e fare del bene si è diffusa, ma se nel 2010 sono state recuperate 16mila porzioni di alimenti cotti, più di 14mila chili di pane e 9mila di frutta e verdura per poi crescere via via, oggi la situazione sta vivendo un’inversione di rotta, sollevando un po’ di preoccupazione.

A spiegare cosa sta succedendo è Monica Molteni, instancabile coordinatrice del hub di Lipomo dove viene stoccato il cibo raccolto per essere poi ritirato direttamente dai destinatari. «Riuscire ad attivare questo magazzino è stato un grande passo avanti, l’organizzazione della raccolta e della successiva distribuzione ne ha giovato. Anche perché ora riusciamo a preparare in sede il cibo da consegnare in modo più mirato e preciso alle 21 comunità che sosteniamo». Il calo della raccolta è sostanziale. «Nel 2022 abbiamo raccolto 233 tonnellate di alimenti, quest’anno stiamo osservando una diminuzione delle quantità fornite dai punti vendita dalle grande distribuzione. Questo accade perché - continua Molteni – le catene della grande distribuzione si sono organizzate diversamente, il loro obiettivo è quello di vendere i prodotti freschi di prossima scadenza, con offerte e prezzi abbassati. Inoltre, possiamo notare una migliore organizzazione dei banco frigo e questo significa, meno accumulo di prodotti grazie a una gestione più mirata. Si tratta di buone pratiche, giustamente messe in atto per salvaguardare le risorse che non devono mai essere sprecate. I supermercati, anche se sono attenti alle comunità, devono perseguire il profitto, non lo dimentichiamo, ma la ricaduta sulla solidarietà ne risente» osserva la coordinatrice di SitiCibo.

«Su Como si verifica un trend costante e rintracciabile in tutta la Lombardia». Ma le richieste di aiuto continuano a crescere. «Un po’ di difficoltà c’è e per questo vogliamo chiedere aiuto anche a chi si può proporre come centro di raccolta: penso alle aziende con un certo numero di dipendenti, alle scuole, a tutti quei luoghi che vedono ruotare al loro interno un buon numero di persone volenterose e sensibili. Questi enti potrebbero coinvolgere i propri utenti, noi restiamo sempre disponibili per ogni tipo di supporto logistico, organizzativo e per il ritiro». Il calo di donazioni per la solidarietà in previsione annuale si aggira sul 10%. «Da gennaio a oggi abbiamo raccolto 190 tonnellate, prevediamo di riceverne 20 in mento sui 12 mesi del 2023». È quanto mai importante trovare nuove strategie. «Sviluppare la coscienza del dono nei privati cittadini è sicuramente una pratica da sostenere e perseguire, nel frattempo agiamo con la Colletta del Banco Alimentare che si svolgerà sabato 18 novembre». Questa iniziativa è dedicata ai cibi “secchi” e nel Comasco coinvolge circa 2mila volontari, disposti su 120 punti vendita. La Colletta Alimentare oggi sostiene circa 5mila persone nella nostra provincia.

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