
Diogene / Como cintura
Martedì 24 Giugno 2025
Buono e bello. È il cibo che unisce
Tavernerio La cucina per insegnare la nostra lingua e favorire l’integrazione creando un ponte tra culture diverse
Tavernerio
Tatiana augura a tutti buon appetito con deruny in padella, una ricetta ucraina che la riporta alla sua infanzia. Mirian propone le pupasas, in El Salvador si mangiano a colazione, pranzo, cena e in qualsiasi momento della giornata. Shenal, direttamente dallo Sri Lanka, ha preparato una butter cake, una base per una torta da gustare per tutte le feste, mentre Habiba ha sfornato pane e fritto ciambelle come da tradizione in Marocco.
Il cibo, si sa, unisce. Ci sono poche immagini come quelle di una tavola imbandita con le pietanze delle cucine che vivono in più parti del mondo che trasmettano la stessa gioia di stare insieme, lo stesso colore e che rendano tangibile, anzi gustabile, la parola incontro.
Alla scuola di Italiano del centro civico di Tavernerio il cibo lo hanno messo al centro del percorso di accoglienza e di insegnamento della lingua che le insegnanti volontarie hanno portato avanti durante tutto questo anno scolastico. Ne è nato un progetto speciale. Un libro che si intitola “Qualcosa di buono e di bello”. Vi sono raccolte le ricette di tanti alunni e alunne della scuola che non si sono limitati a fare conoscere le tradizioni gastronomiche del loro paese, ma con le docenti hanno studiato il lessico e con questo le usanze, le emozioni e le relazioni che ruotano intorno al mondo del cibo. Come si chiede un chilo di pane? Come si paga la spesa? Come si invita un amico a pranzo? Come si ordina al ristorante? Sono tutte domande che nel concreto della vita quotidiana ciascuno si pone. Per chi non conosce la lingua spesso sono il primo banco di prova per iniziare un percorso di integrazione che passa dalla conoscenza della parola. Regina Confalonieri e le colleghe della scuola di Tavernerio hanno scelto questa chiave per intessere relazioni con studentesse e studenti, la chiave di stimolare l’apprendimento su un tema che di per sé avvicina: il condividere cose buone come un piatto cucinato con passione. E così è iniziata la stesura del libro, la cui stampa è stata finanziata dal Comune di Tavernerio. Averlo tra le mani per gli studenti è un momento di grande soddisfazione. «Oltre alle ricette – racconta Regina Confalonieri, una delle docenti volontarie, che insieme alla babysitter volontarie sono l’anima dell’associazione – vi abbiamo raccolto anche i pensieri degli alunni che si legano al quel preciso piatto che loro stessi hanno voluto proporre. Non mancano poi le riflessioni su quello che a loro manca del paese d’origine e su ciò che amano o non amano del paese che li ha accolti: l’Italia. Alcune pagine sono poi state dedicate ai laboratori che come scuola abbiamo scelto di fare vivere ai corsisti, grazie alla disponibilità di artisti e artigiani del territorio che si sono messi a disposizione. Sono state create delle classi più ampie dove sperimentare, sotto un’esperta guida, la pittura, le creazioni manuali, ma anche dove trascorrere momenti culturali insieme, ad esempio guardando un film».
«Del mio paese, il Ghana, amo molto la frutta – racconta nella pubblicazione Rebecca, sempre presente alle lezioni con il piccolo Isaac - le mele sono tanto gustose, così le banane e l’ananas. Non mi piacciono gli animali pericolosi, come i serpenti e i felini. Dell’Italia amo la pasta e in generale tutto, il paesaggio e alcune persone. Non mi piace quando fa freddo, lo soffro molto».
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