Con Auser sulle cime, nonostante l’età: «Il mercoledì? Noi passeggiamo in montagna»

Auser I pensionati tra i sentieri del lago, ma non solo: «Siamo in 150 ed è una bella esperienza socializzante»

Cosa c’è di meglio di una passeggiata nei nostri boschi e sulle nostre colline? Un’attività che riunisce svago, esercizio fisico, arricchimento culturale. E si allacciano nuove amicizie e si rinsaldano le relazioni esistenti discorrendo piacevolmente tra partecipanti. Cadute le ultime restrizioni della pandemia, l’Auser di Cantù ha ripreso la bella usanza del mercoledì, proponendo ai proprio iscritti percorsi – più o meno complicati – sulle Prealpi comasche e lecchesi, o anche itinerari nella natura e nella brughiera che circonda i due capoluoghi di provincia.

Tradizione decennale

Trekking e tempo libero si sposano bene con i tesserati Auser, tutti pimpanti pensionati dai 60-65 anni in su. L’idea è di trascorrere una mezza giornata, per i percorsi meno complicati, o una giornata intera per le avventure un po’ più lunghe, tutti insieme. E le partecipazioni sono spesso superlative, con picchi di 85 partecipanti.

«È una tradizione che va avanti da dieci anni - spiega Armando Borghi di Auser Cantù -, il mercoledì lo dedichiamo al trekking: tutto il contrario dello stereotipo del pensionato che va al bar a giocare a carte o, peggio, ludopatico, che peraltro cerchiamo di contrastare. Noi camminiamo: la parte del leone spetta alle “nostre” montagne, tutti i percorsi che si snodano dall’Alpe del Vicerè. Ma ci avventuriamo anche sulle montagne del nostro lago, su entrambe le sponde. La tendenza, nelle gite più lunghe è raggiungere qualche baita per una bella mangiata in compagnia. Poi c’è la merenda: pane, salame e vino».

Con l’estate alle porte, il gruppo è in fibrillazione: «Faremo un’escursione in Liguria. Il mare però ci piace poco, andremo nell’entroterra, come già abbiamo fatto in passato. Un paio di anni fa, fummo anche intervistati nella zona di Santa Naga a Cantù da una troupe di “Mi manda Rai 3”… A luglio e agosto faremo le uscite serali: in passato siamo stati sul Bolettone, abbiamo fatto la Green Way, il San primo. Si parte alle 19 e si torna a mezzanotte». È una passione condivisa, che diventa un momento di socializzazione e non solo: «Tutti siamo in una chat che conta 150 iscritti, c’è una logistica da curare. La pianificazione è importante: c’è chi coordina, chi organizza, chi apre e chiude il gruppo». Tra i soci, Luigi Mosconi è ormai diventato uno degli organizzatori dei trekking del mercoledì: «È un’esperienza molto socializzante. Abbiamo conosciuto tante persone negli anni, per tanti è una valvola di sfogo, ma ognuno ha le proprie motivazioni. C’è chi viene per la compagnia e chi per il piacere di camminare. Ricordo una gita-record al Parco delle Groane: eravamo in 102».

Insieme è meglio

L’organizzazione è importante per gestire gruppi di persone così ampi, come spiega Luisa Pifferi: «Mail e chat sono strumenti importanti. Posso dire che il trekking di Auser è un’esperienza che dà molto a noi che organizziamo, ma anche a chi partecipa. Ognuno parla, socializza, spesso si discute della nostra realtà di pensionati. Il mercoledì è diventato un momento in cui si può raccontare il proprio vissuto, condividendo gioie e problemi. Io sono un’amante della montagna, ho sempre camminato e partecipo alle gite di Auser ormai da otto anni, da quando sono andata in pensione». Le prossime mete? Domani l’abbazia di Sant’Egidio in Fontanella nella Bergamasca, il 24 il monte Goi ad Albate, il 31 escursione al Sasso Preguda a Valmadrera.

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