Energia, la nuova emergenza. A Cantù c’è la “bolletta sospesa”

La campagna San Teodoro partecipa all’iniziativa lanciata dalla Caritas. Una raccolta di denaro che servirà per pagare le utenze di chi non ce la fa

Una povertà che rende ricchi esiste? È la domanda che si è posta la comunità pastorale San Vincenzo di Cantù che, dalla prima domenica d’Avvento, ha aderito a un’iniziativa che alla povertà guarda da una prospettiva nuova. Il tema infatti è quello di una povertà nuova, specifica, vicina, concreta, personale, che ci tocca tutti: quella legata al caro energia.

«Sostenere, con una cifra coerente alle disponibilità di ciascuno, una famiglia di sconosciuti che nella difficoltà condivisa diventano invece vicini. Significa questo forse il farsi fratelli»

«Le bollette troppo salate o in aumento sono qualcosa che tutti possono capire – spiega infatti don Antonio Berera, della parrocchia di San Teodoro – per questo abbiamo deciso di aderire alla campagna “bolletta sospesa” della Caritas». Una bolletta sospesa: ovvero la possibilità di sostenere per un periodo di tempo più o meno limitato, con una cifra coerente alle disponibilità di ciascuno, una famiglia di sconosciuti che però nella difficoltà condivisa diventano invece vicini. Significa questo forse il farsi fratelli ed è in un gesto così semplice e che così facilmente potrebbe riguardare ciascuno di noi che forse può celare il significato più profondo di una parola – carità – che annualmente viene riscoperta nel periodo natalizio per poi essere fin troppo presto dimenticata.

A Cantù il problema sollevato dall’aumento dell’energia è stato affrontato all’interno della comunità per poter coinvolgere quante più persone possibile in un’iniziativa di raccolta fondi mirata a sostenere le famiglie in difficoltà anche quando non sono conosciute per nome e cognome. «È un modo per affrontare il periodo dell’Avvento con il giusto spirito – continua don Berera – infatti nelle cinque chiese della comunità abbiamo predisposto delle cassette. I fondi raccolti saranno poi redistribuiti tramite il pagamento di bollette di luce e gas per le famiglie che chiederanno aiuto».

«Stiamo riscontrando nei parrocchiani una buona disponibilità: la sensazione è che ci sia molta consapevolezza delle difficoltà in cui si trova chi è più esposto a queste nuove forme di povertà»

Famiglie peraltro che già nelle scorse settimane hanno iniziato a rivolgersi al Centro di ascolto della Caritas locale, con cui le parrocchie collaborano, per far fronte a un sensibile aumento dei costi in bolletta. Come ha spiegato don Berera, è ancora troppo presto per poter dire quante siano in proporzione le famiglie in difficoltà quest’anno rispetto agli anni passati. Quello che è certo però è che il numero delle richieste è già cresciuto e si teme possa crescere ulteriormente con l’avanzata dell’inverno e il perdurare del conflitto in Ucraina.

«In questi ultimi anni sono diventate più numerose le famiglie che si rivolgono ai centri di ascolto e in questo periodo sono arrivate anche famiglie che, pur con un reddito basso, prima riuscivano a cavarsela e ora invece non ce la fanno più. Per fortuna stiamo riscontrando nei parrocchiani una buona disponibilità: la sensazione è che ci sia molta consapevolezza delle difficoltà in cui si trova chi è più esposto a queste nuove forme di povertà». I numeri definitivi di coloro che godranno della “bolletta sospesa” nel canturino si potranno conoscere solo alla fine dell’Avvento. Quello che però è certo per il momento è che una proposta come questa può essere determinante per risollevare quei nuclei famigliari che si trovano ora spaventati di fronte alla concreta possibilità di non riuscire a scaldarsi nel corso dell’inverno.

Ecco allora perché diventare più poveri può renderci più ricchi, come ha spiegato ai parrocchiani don Berera: «Perché mentre mi spoglio di qualcosa e mi privo di un po’ del mio tempo, o del mio denaro, o della mia presunzione, è allora che sono un po’ più ricco».

© RIPRODUZIONE RISERVATA