Il ruolo dell’ “amministratore” tra salute, beni, futuro: amministrare e decidere per gli altri

L’incontro Ruolo e compiti di una figura chiave. Il giudice: non controllori ma garanti del beneficiario

Un padre ha la tutela del figlio disabile, ha messo da parte per lui dei soldi e non sa come rendicontarne la gestione. Una sorella chiede chiarimenti per la suddivisione delle spese nell’amministrazione di sostegno del fratello. Una signora perfettamente autosufficiente vorrebbe nominare qualcuno che la tutelerà quando non sarà più in grado di decidere per se stessa.

Stabilire che cosa è meglio per la salute o per la gestione dei beni, risolvere le piccole e grandi difficoltà della vita quotidiana di una persona che non è più in grado di farlo, comporta grandi responsabilità che possono togliere il sonno. Lo dimostrano le numerose richieste emerse da una folta platea al termine dell’incontro “Amministrazione di sostegno, chiariamoci le idee” che si è tenuto il 30 novembre nella biblioteca del Tribunale di Como. Non è usuale che un magistrato, in questo caso il giudice tutelare Giulia Troina, incontri i cittadini per comunicare direttamente con loro, l’idea si è dimostrata efficace per informarsi su come funzioni l’istituto dell’amministrazione di sostegno, su sollecitazione delle domande raccolte da Maria Pia Valentini dell’associazione “Vicini alla persona”.

«È l’occasione per sciogliere i dubbi che ci vengono portati via mail o per telefono», sono state le parole di Loredana Occhiuto, responsabile della Cancelleria del Giudice tutelare che ha invitato a utilizzare il sito del tribunale, dove un lavoro di semplificazione ha reso più accessibili novità normative e modulistica alla voce “servizi al cittadino”, nella sezione “cosa fare per”. La procedura può essere seguita passo passo anche attraverso una app, i pagamenti eseguiti in modalità digitale e i documenti inviati via mail (non solo pec).

Più che una lezione, l’incontro è stata una chiacchierata con il giudice tutelare. Che «è quello più vicino alla persona fragile - ha sottolineato Giulia Troina -. A volte i parenti ci percepiscono come fossimo controllori ma tutto è fatto a garanzia del beneficiario, non vogliamo fare i conti in tasca alle famiglie».

Oggi interdizione e inabilitazione sono diventate misure residuali, l’istituto dell’amministrazione di sostegno è nato nel 2004 proprio per tutelare chi rimaneva fuori da queste misure estreme. «Riguarda qualsiasi tipo di fragilità - ha precisato la giudice - non è necessario che ci sia una patologia della capacità cognitiva, volitiva e critica della persona, io ho aperto delle amministrazioni di sostegno per persone che me lo hanno chiesto per se stesse, in una condizione di lucidità ma con importanti limitazioni fisiche che non consentivano di svolgere attività quotidiane come andare in banca o in posta».

«È un vestito che può essere cucito su misura per soddisfare le esigenze del beneficiario - esemplifica la giudice - a tempo determinato o indeterminato. Se un progetto riabilitativo va a buon fine, pensiamo a un ludopatico che entra in comunità e termina con successo il percorso terapeutico, l’amministrazione può essere chiusa, così come per persone colpite da ictus che recuperano le proprie facoltà. Inoltre, se l’amministratore ha difficoltà nel proseguire il suo compito può chiedere di essere sostituito».

La giudice Troina vede con molto favore l’istituzione dei cosiddetti “sportelli di prossimità” che, dal prossimo giugno, potranno gestire le pratiche sul territorio. Nella provincia di Como i comuni capofila sono Alzate Brianza, Menaggio, Cernobbio, Tremezzina e Nesso. «Sarà una giustizia più vicina al cittadino, nella quale segmenti del sociale e del volontariato potrebbero essere coinvolti».

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