Un territorio che fa squadra contro le mafie

Associazioni La cultura antimafia ha tanti volti e il Terzo settore ricopre da sempre un ruolo chiave

La lotta alla criminalità organizzata passa da una cultura dell’antimafia che ha diverse facce. Non c’è solo la dimensione giudiziaria, quella degli arresti, dei processi e delle condanne. La sfera economica della ridistribuzione al territorio di immobili, attività e aziende confiscate ai mafiosi e la sfera sociale della lotta per la legalità sono il collante che permette a una società di far fiorire dal letame la bellezza di uno riscatto.

Il Terzo Settore è poi un attore fondamentale nella lotta alla mafia. Oltre alla politica e allo Stato che hanno il compito di restituire giustizia, fiducia e sicurezza a una comunità, le associazioni lavorano per diffondere una cultura antimafiosa che mostri con azioni concrete che la mafia non è invincibile.

Al lavoro nei Comuni

Nel territorio di Como sono diverse le realtà che si occupano di legalità e di sensibilizzazione contro la criminalità organizzata. Libera Como è tra i sodalizi più attivi. Da sempre la sua attività si contraddistingue, tra i tanti progetti e azioni, per il ricordo delle vittime delle mafie. Il 21 marzo, Giornata della Memoria e dell’impegno, per l’associazione è una ricorrenza importante in cui ribadire che «è possibile insieme»per un mondo senza mafie, corruzione, disuguaglianze, guerre e ingiustizie. Attivo sul tema della confisca e sulla promozione di rassegne sul tema, come “4 colpi alla ’ndrangheta”, è anche Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”. Il Circolo ha portato nei territori del Comasco testimonianze importanti tra cui svetta la voce di Alessandra Dolci, procuratore aggiunto e coordinatore delle indagini antimafia del distretto di Milano, impegnata in prima linea nella divulgazione nella società civile e nelle scuole.

Un progetto e soprattutto un impegno il Circolo lo condivide con il Comune di Caslino d’Erba e la cooperativa sociale “Il Seme”. Obiettivo: far nascere su un terreno confiscato alla mafia un’attività di agricoltura biologica con la partenza di percorsi per il recupero di persone con disagio o disabilità. Nel 2017 il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” aveva presentato una proposta per l’uso agricolo-sociale del terreno, che era stata premiata da Regione Lombardia come una delle migliori proposte di utilizzo dei beni confiscati.

A Cermenate è invece attiva la sede del Centro Studi Sociali contro le mafie – Progetto San Francesco. Il Centro Studi sorge in Via di Vittorio 10 presso un edificio confiscato alla ’ndrangheta ed è dedicato a Giorgio Ambrosoli, assassinato dalla mafia a Milano l’11 luglio del 1979. È sede di alcune associazioni locali come La Fenice e ospita periodicamente iniziative sul tema della legalità. L’oggetto sociale fondativo è la promozione della cultura della legalità nel mondo del lavoro, nelle famiglie e nella società. Opera principalmente con le istituzioni, la magistratura, gli istituti scolastici e le associazioni che rappresentano il mondo del lavoro, mantenendo centrale la formazione sociale, culturale e pedagogica, anche per evidenziare la responsabilità di ciascuno come contrasto a quella vasta area grigia dove si coagulano cospicui interessi tra il crimine, il potere e gli affari.

Il quartiere di Rebbio

Nel 2014 è nato il Comitato 5 Dicembre, per volontà di alcuni sindaci dei Comuni della Bassa comasca, in seguito a gravi fatti di cronaca, relativi ad arresti per legami con la criminalità organizzata avvenuti sul territorio comasco.Nel Comasco un altro un punto di riferimento della diffusione della cultura della legalità si trova poi nel quartiere di Rebbio. È rappresentato dall’opera della parrocchia e di Don Giusto Della Valle. Il piano di accoglienza immaginato da don Giusto è sempre stato quello di utilizzare gli ex beni della mafia per ospitare famiglie o singoli in condizioni di difficoltà e creare in quei luoghi legami fraterni.

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