Adelboden, quindici gradi: il meteo è la vera incognita

I numeri Le temperature all’origine della “non eccezionale” stagione scorsa. Ticino in controtendenza con un bilancio che parla di un aumento del 37%

Il primo giorno dell’anno, ad Adelboden - località simbolo dell’Oberland bernese - la temperatura è salita fino a 15 gradi e mezzo. E così il gigante e lo slalom, che normalmente attirano oltre 25 mila spettatori al giorno (Adelboden è una delle tappe più attese nel ricco calendario del “Circo bianco”), si sono svolti interamente su neve artificiale.

Questo dà l’esatta dimensione di quanto gli impianti e le località sciistiche della vicina Confederazione nell’inverno a cavallo tra 2022 e 2023 abbiano dovuto fare i conti con l’incognita del meteo. A fine stagione, l’agenzia di stampa svizzera Keystone ha definito quella degli impianti sciistici “una stagione accettabile, ma non da record”.

Base annua

Per quanto concerne il Ticino, per entrare nel vivo dell’argomento, il dato è risultato in controtendenza rispetto al 2021-2022. Il Cantone di confine, nel dettaglio, ha registrato un progresso dentro un percorso che nei cinque anni ha portato ad un crollo dei affluenza e incassi. Nel dettaglio, in base ai dati diffusi dall’Associazione delle Funivie svizzere (ripresi dall’agenzia Keystone) da dicembre ad aprile si è notata una flessione (su base annua) del 12% dell’affluenza e, non da ultimo, del 9% del fatturato, voce quest’ultima, che comunque nell’arco dei cinque anni ha fatto registrare un +6%. Il che rimanda inevitabilmente ad un aumento dei prezzi, ricordando anche l’impatto che il franco forte (nei confronti dell’euro) avrà sulla stagione ormai alle porte.

Su base annua - ovvero rispetto al precedente inverno, tutte le regioni – ad eccezione del Ticino - hanno dunque registrato cifre in calo. Di rilievo, in particolare, i dati del Vallese (-7% l’affluenza, -6% i proventi), dei sempre gettonati Grigioni (-9% e -7%) nonché del già citato Oberland bernese (-17% e -15%). Vallese e Grigioni che, per contro, nell’arco dei cinque anni hanno fatto registrate un +10% ed un +2% per quel che concerne l’affluenza ed un +14% ed un 9% alla voce introiti.

«L’intera stagione invernale ha rappresentato una grande sfida per le regioni montane, a causa della scarsa quantità di neve e dei rari periodi di bel tempo - ha rimarcato, nella nota di fine stagione, il direttore di Funivie Svizzere, Berno Stoffel -. Grazie all’innevamento artificiale e all’impegno dei dipendenti si sono però evitati grandi passi indietro».

Un discorso a sé, come anticipato, vale per il confinante Ticino, che ha nuovamente dovuto fare i conti con precipitazioni nevose “contingentate”, sul modello di quanto avvenuto alle nostre latitudini.

Resa dei conti

Il Cantone di confine ha comunque concluso la stagione invernale con un +69% (affluenza) e +37% (incassi) nel confronto con il 2021/2022, che come più volte rimarcato ha registrato un record negativo in fatto di precipitazioni nevose, mentre nel paragone con la media dei cinque anni si è inevitabilmente osservato un calo marcato, rispettivamente del 61% e del 39%. E adesso si spera nella stagione, che scatterà a stretto giro.

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