Eppure nell’anno più nero il sistema aveva tenuto

Il paradosso Numeri meno disastrosi del previsto nel pieno del Covid Secondo gli esperti è frutto delle decisioni adottate dal Consiglio federale

Potrebbe sembrare un (apparente) paradosso, ma nell’anno segnato per dieci lunghi mesi dalla pandemia - il 2020 - il numero complessivo delle procedure fallimentari nei confronti di società e di persone è diminuito a livello federale del 6,6% rispetto al 2019.

E il primo dato che balza all’occhio è legato al fatto che il calo più consistente è stato osservato proprio nel vicino Canton Ticino (-18,2%). E’ questo quanto emerso dal report più atteso degli ultimi anni inerente la statistica delle esecuzioni e dei fallimenti, sempre a firma dell’Ufficio federale di Statistica.

Prodotto interno lordo

E proprio l’Ufficio di Statistica che fa capo a Berna ha fornito la spiegazione di questa inattesa (per certi versi) contrazione, rilevando che “nel 2020 il prodotto interno lordo ha segnato il calo più consistente dal 1975 a questa parte. Dunque, ci si sarebbe dovuti aspettare un’ondata di procedure fallimentari contro società e persone. Così non è stato. Il fattore che può spiegare questo apparente paradosso sta nel fatto che il Consiglio federale ha assunto molto presto la decisione di sospendere temporaneamente l’obbligo per le imprese di avvisare il giudice in caso di indebitamento eccessivo. Inoltre, ha permesso alle Piccole e Medie Imprese di chiedere una “moratoria” a fronte della pandemia, fornendo nel contempo aiuti finanziari per “i casi di rigore”. Queste misure sono state adottate proprio per evitare un’ondata di fallimenti”.

A livello di numeri e percentuali, nel 2020 il numero di procedure di fallimento aperte nei confronti di società e di persone ai sensi della legge federale sull’esecuzione e sul fallimento si attestava a quota 12912, segnando una diminuzione di 928 casi rispetto al 2019 (13840 casi). «I risultati restituiscono una visione parziale nella misura in cui non comprendono le procedure di scioglimento di società per lacune nell’organizzazione, il numero delle quali è a sua volta calato nel periodo in esame», ha fatto notare l’Ufficio federale di Statistica. Rispetto al 2019, in tutte le grandi Regioni si è verificata una contrazione del segmento legato alle singole aperture di procedure di fallimento.

Se si considerano i Cantoni, sono Glarona (–26,6%) e i Grigioni (–24%) a segnare le flessioni più marcate. In termini assoluti, i cali maggiori sono stati registrati dai Cantoni Ticino, Ginevra e Vaud (oltre 100 casi in meno rispetto all’anno precedente). Solo quattro Cantoni, tra i quali Lucerna (+32 casi) e Obvaldo (+15 casi) hanno rilevato un aumento del numero di aperture di fallimento.

L’interpretazione

«In tale contesto è quindi difficile sapere come interpretare correttamente le cifre del 2020 - la sottolineatura dell’Ufficio federale di Statistica -. Poiché le ripercussioni economiche della pandemia sul numero di fallimenti si estenderanno oltre il 2020, è opportuno aspettare le cifre del biennio 2021-2022 per capire meglio la portata dell’impatto della pandemia sul tessuto economico svizzero e, più precisamente, sul numero di fallimenti».

Un altro aspetto rilevante riguarda l’ammontare delle perdite finanziarie risultanti da procedure di chiusura di fallimenti ordinarie e sommarie, che è risultato nettamente superiore a quello del 2019. Nel 2020 queste perdite ammontavano a 8,2 miliardi di franchi, un valore di 3,6 volte superiore rispetto al 2019. Tale importo, un record dall’inizio delle rilevazioni, va però contestualizzato. E la conferma arriva da un singolare caso di procedura di fallimento aperto circa 16 anni fa e chiuso solo nel 2020. M. Pal.

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