Equità e formazione a scuola: il modello Canton Ticino

Intervista Dall’aggiornamento continuo degli insegnanti al superamento dei corsi A e B per gli studenti delle medie. Emanuele Berger, coordinatore del dipartimento dell’Educazione, adesso spera nel via libera del Parlamento

Equità e formazione a scuola: il modello Canton Ticino
Emanuele Berger, direttore della divisione Scuola e coordinatore del dipartimento dell’Educazione, Cultura e Sport del Canton Ticino

Tutti a scuola. In Canton Ticino le lezioni cominciano a fine agosto e, a distanza di qualche giorno dall’inizio della scuola, Emanuele Berger direttore della Divisione della scuola e coordinatore del Decs (dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport) evidenzia come la partenza sia stata positiva e ci siano in arrivo alcune novità legate alla valutazione e alla crescita didattico-psicologica degli studenti.

Anche la frenata, in Ticino relativa, imposta dal Covid pare essersi tramutata in accelerazione.

Dottor Berger, come è stato questo inizio anno scolastico, come lo stanno vivendo ragazzi e insegnanti in Canton Ticino?

L’inizio è stato positivo. Finalmente le scuole hanno potuto riaprire senza il “peso” imposto dalle incertezze e le preoccupazioni legate all’emergenza pandemica prima e al conflitto ucraino poi. Anche se non possiamo dire che le due crisi siano ormai solo un ricordo, la scuola ticinese ha potuto iniziare l’anno scolastico in un clima di “normalità” che mancava ormai da tempo. Tengo a ricordare che in Ticino le scuole sono rimaste completamente chiuse per pochissimi mesi, dopo di che, non senza opposizioni interne, ci siamo ostinati nel volerle riaprire. Una decisione difficile in quel momento, ma che è stata giusta e di cui andiamo fieri.

Il 2022 è il primo anno che speriamo “libero” dalla pandemia, quali accorgimenti adotta la scuola ticinese?

Non sono previsti particolari accorgimenti. Come già detto, in Ticino la chiusura delle scuole è stata applicata per un periodo sostanzialmente limitato ai mesi di marzo, aprile e maggio del 2020. Da lì in poi è invece stato possibile mantenere una scuola aperta e in presenza grazie al ricorso a un approccio basato all’utilizzo combinato delle quarantene (individuali, di classe o di istituto) e della didattica a distanza. Questo dispositivo si è dimostrato efficace sia dal punto di vista sanitario che educativo, perché ha permesso innanzitutto di evitare che le scuole diventassero dei ‘focolai’ e, allo stesso tempo, non ha reso necessario tornare a chiudere le scuole e dover quindi nuovamente subire tutte le ricadute negative sul piano educativo, psicologico e sociale che abbiamo sperimentato per alcuni mesi nel 2020. Nel caso la situazione epidemiologica dovesse aggravarsi si ricorrerà quindi all’impiego del dispositivo appena descritto.

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