Viaggio nelle viscere della montagna: l’esperienza in esclusiva

Dentro alla galleria La Provincia ha avuto la possibilità di visitare il nuovo asse stradale per i collegamenti tra il nord ed il sud dell’Europa e verificare l’avanzamento dei lavori

«Questa è la trincea d’attacco. Per rendere appieno il concetto stiamo scavando una “fossa” propedeutica allo scavo della galleria principale. Partiremo una quindicina di metri sotto questa quota».

Il nuovo asse stradale per i collegamenti tra il nord ed il sud dell’Europa sta prendendo le mosse qui ad Airolo, Canton Ticino, dove il vecchio tunnel del Gottardo (inaugurato il 5 settembre 1980) sta sullo sfondo quasi a vigilare sul “secondo tubo” che gli garantirà un po’ di riposo in vista di una profonda ristrutturazione.

Il progetto

Un collegamento che parla anche italiano, data l’alta rappresentanza di maestranze provenienti dal Belpaese (a pieno regime il totale delle maestranze, incluse quelle italiane, sarà attorno alle 200 unità).

“La Provincia” ha potuto documentare in esclusiva l’avanzamento di questa infrastruttura che in quattro anni e quattro mesi tra il voto popolare (era il 28 febbraio 2016) e le prime opere preparatorie ha visto la luce, con un budget di 2,14 miliardi di franchi. In assoluto si tratta di un primato a livello continentale.

L’attuale fase dei lavori, qui al portale, prevede ancoraggi attivi sino a quaranta metri dentro la roccia. «La galleria principale del secondo tubo, larga 12 metri, partirà da qui - conferma Matteo Genini, del Consorzio di Direzione “Lavori Sud”, responsabile del “Settore Sotterraneo” -. Otto chilometri saranno scavati dal lato sud (Airolo, ndr) e gli altri da Goschenen. Ciò che accade qui a sud avverrà a specchio al portale nord».

L’attenzione e in parte la curiosità sono ora rivolte al debutto della “Tbm” (la fresa meccanica a piena sezione, ndr) che avverrà tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. E’ già stata prenotata e la sua costruzione - a cura della “Herrenknecht” - avverrà in Germania. Ad Airolo arriverà pezzo per pezzo con trasporti eccezionali. E ad Airolo si sta preparando anche la rampa al servizio della “Tbm”.

Interessante anche capire come avverrà lo scavo di questo tunnel particolarmente atteso. I primi 100 metri saranno scavati con il metodo detto “in convenzionale”, di cui i primi 40 metri con “ombrello di infilaggi”. Dopodiché dovrebbero materializzarsi i primi tratti di roccia e lì entreranno in azione le volate tramite esplosivo. Pezzo per pezzo la “Tbm” - questa enorme fresa - entrerà nella montagna e plasmerà il tunnel.

Le previsioni degli esperti, che hanno studiato con grande attenzione le montagne che circondano il cantiere ed il percorso, parlano di «una roccia leggermente migliore al previsto». Lo storico è rappresentato dallo scavo del “primo tubo”, risalente agli anni Settanta. Dopo i primi 100 metri, spazio dunque alla “Tbm”.

Cinquantadue mesi

Ma come si è arrivati a questa fase clou dell’intervento? All’insegna del massimo pragmatismo i lavori preliminari sono iniziati ad agosto 2020 (dal voto popolare erano trascorsi appena cinquantadue mesi, e vien da piangere a fare un paragone con certi progetti che marciscono nei cassetti ormai da interi decenni...) con le opere preparatorie, mentre il primo vero scavo ha preso le mosse nel gennaio 2021. Scavo che poi ha portato alla realizzazione del cunicolo di sicurezza, destinato dunque a passare alla storia come il primo passo ufficiale verso il raddoppio del tunnel del Gottardo. I primi 300 metri del cunicolo di sicurezza sono dunque stati riscavati interamente.

L’altro tema di fondo è che una volta inaugurato il “secondo tubo” del Gottardo, il territorio e il Comune di Airolo potranno contare su un territorio (ri)valorizzato e questo perché verrà riconsegnata - oltre alla copertura autostradale, con una parte dei costi coperta anche dal Governo ticinese - una serie di terreni che potranno poi essere utilizzati per finalità agricole, ma anche per progetti definiti cammin facendo dall’Amministrazione comunale.

Al momento, per quanto riguarda il lato Airolo, sono al lavoro un centinaio di maestranze, un buon numero delle quali provenienti dall’Italia (come già accaduto per l’edificazione dell’attuale tunnel autostradale). A pieno regime, come detto, le maestranze saranno circa 200.

Risanamento

«La galleria che si sta costruendo è nata come soluzione operativa per poter risanare l’attuale tunnel - rimarca Eugenio Sapia, portavoce di Ustra (Ufficio federale delle Strade) -. All’inizio si chiamava “galleria di risanamento”. Dopo 40 (e più) anni si sono vagliate diverse opzioni. Alla fine la soluzione più vantaggiosa è stata quella di costruire un “secondo tubo”, che una volta ultimato eviterà gli incroci tra veicoli, aumentando dunque la sicurezza dei transiti. Anche il “secondo tubo” avrà una corsia di andata ed una di ritorno in ossequio alla legge sulla “Protezione delle Alpi”».

Il cantiere - attivo 24 ore al giorno e senza soluzione di continuità - procede senza difficoltà, in un ambiente che sembra coniugarsi benissimo con l’ambiente circostante. Rumori contenuti, fumi praticamente inesistenti, un traffico costante ma quasi discreto di camion, mezzi ed uomini. Ci si è messa anche la metereologia a dare una mano: l’inverno mite ha giovato alla causa, permettendo di guadagnare tempo e terreno in vista poi del momento in cui il “secondo tubo” (lato Airolo) prenderà forma.

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