Quella “grande Chiasso” a due passi dal confine: un’idea per cambiare la geografia. E cinque Comuni ci pensano

Il progetto Con il capofila ci sono anche Breggia, Morbio Inferiore e Vacallo per un totale di oltre ventimila abitanti, ancora di più rispetto a Mendrisio

Qualcuno ha parlato di aggregazione “atipica”, considerato che i quattro più uno (poi spiegheremo il perché di questa curiosa denominazione) Municipi del Basso Mendrisiotto che hanno deciso di condividere questo ambizioso percorso aggregativo ancora non hanno scelto il nome del nuovo Comune, anche se i sindaci hanno già formalmente annunciato di non sintetizzare l’iter aggregativo perimetrando il nuovo Municipio come una sorta di “grande Chiasso”.

Le cifre

Il dato oggettivo è che Chiasso - capofila coi suoi 8 mila abitanti -, Breggia, Morbio Inferiore e Vacallo hanno annunciato di voler intraprendere, attraverso i rispettivi sindaci, la via maestra dell’aggregazione, con un quinto Municipio del Basso Mendrisiotto - Balerna - che potrebbe essere della partita, ma che al momento ha chiesto ancora un po’ di tempo per riflettere sul da farsi. Ecco perché “quattro più uno”.

E’ chiaro che, data l’ubicazione geografica, anche una larga parte tra i Comuni del lago e delle valli adiacenti seguirà questo processo aggregativo - due anni la deadline per arrivare al giudizio finale dei cittadini - da spettatore interessato. Basti pensare che il solo Municipio di Breggia confina con Cernobbio, Moltrasio, Centro Valle Intelvi e Schignano. Insomma, una sorta di maxi comune a due passi dal nostro territorio.

Il nuovo Municipio che nascerà dall’aggregazione di queste quattro (o cinque) importanti realtà sarà forte di circa 20 mila residenti, con una superficie su base municipale tra le più estese non solo del Ticino, ma dell’intera Confederazione, superando anche Mendrisio, che rappresenta a pieno titolo il Municipio di riferimento di questa parte del Cantone.

L’iter

L’iter, come detto, è piuttosto elaborato. Il primo passo per arrivare alla nuova realtà municipale spetterà al Governo di Bellinzona, che dovrà dar corso entro dodici mesi ad uno studio per valutare le potenzialità di questa nuova aggregazione. Dopodiché la parola passerà ai cittadini che dovranno esprimersi concretamente su questa nuova proposta..

Dentro quel ruolo di spettatore interessato per il nostro territorio citato poc’anzi, rientrano anche le (nuove) regole d’ingaggio ad esempio per accedere ai progetti “Interreg” qualora il nuovo Municipio (dal “peso specifico” rilevante in termini politici e di abitanti) dovesse trovare degna concretizzazione.

Analogo discorso per le iniziative transfrontaliere, a cominciare da quelle tra Breggia e Centro Valle Intelvi abbozzate nell’incontro istituzionale in quel di Erbonne - avamposto di frontiera intelvese affacciato sulla ticinese Valle di Muggio - di cui abbiamo dato ampiamente conto su “La Provincia”.

Ma da dove è cominciato questo viaggio verso l’aggregazione dei comuni? La scintilla di questo ambizioso progetto aggregativo è stata innescata da Vacallo, che formalmente già nel 2007 aveva dato la propria disponibilità (con tanto di studio a certificarlo) a dar corso ad un’aggregazione per dare maggior rilievo ad una realtà importante ed al tempo stesso complessa come quella del Basso Mendrisiotto.

E proprio il sindaco di Vacallo, Marco Rizza, ha fatto sapere che «oggi questa porzione di territorio si presenta strutturalmente compatta, grazie a servizi e strade ben congegnati. Ora si tratta di valorizzare le aree di questa parte di territorio che in futuro potranno essere utili alla causa del turismo e dell’agricoltura, in particolare quella di montagna nella Valle di Muggio».

Di sicuro i prossimi saranno dodici mesi importanti in cui il Governo cantonale darà il proprio parere su questo processo aggregativo, mentre i sindaci potranno sondare in presa diretta i rispettivi cittadini nonché le forze economiche e sociali presenti sui rispettivi territori.

Per dare un ultimo esempio di quanto questa aggregazione a cinque potrebbe interessare in maniera rilevante anche il nostro lato del confine, l’eventuale sviluppo dell’agricoltura in Valle di Muggio favorirebbe anche nuovi dinamiche transfrontaliere - ad esempio legate al “kilometro zero” - sul versante intelvese della frontiera.

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