Ottanta donne in cima al Rosa: «Una cordata da record»

La storia Scalata una cima da quattromila metri partendo da Zermatt. Le partecipanti: «Un modo di lottare contro stereotipi e barriere di genere»

Un primato davvero ineguagliabile quello raggiunto da 80 donne - “di tutte le età” - che lo scorso 17 giugno hanno scalato i 4164 metri della vetta del Breithorn partendo da Zermatt (Vallese) in quella che “Svizzera Turismo” ha definito “la cordata femminile più lunga del mondo”. Il Breithorn è una delle numerose cime del gruppo del Monte Rosa che supera i 4 mila metri.

«Prima dell’impresa, chiunque con le condizioni fisiche necessarie per affrontare la scalata poteva candidarsi online per uno dei dieci posti liberi disponibili. I restanti posti sono stati assegnati dagli organizzatori a giornaliste e altre candidate, provenienti dalla Svizzera e dall’estero, con l’obiettivo di comporre una squadra più variegata possibile, rappresentativa di tutte le donne», hanno fatto sapere gli organizzatori di questa (riuscita) iniziativa.

L’alpinismo

Tra le portacolori della vicina Confederazione c’era anche la storica Marie France Hendrikx, felice dopo la scalata: «La mia partecipazione a questa avventura femminile è stata piena di energia positiva ed entusiasmo. Per nulla al mondo mi sarei persa questo evento unico - le sue prime parole una volta raggiunta la vetta -. La storia dell’alpinismo e degli sport di montagna si è così arricchita di un capitolo scritto dalle donne. La nostra speranza è che l’iniziativa ispiri tante altre donne di oggi e di domani a scrivere una nuova pagina nella storia di questa disciplina più aperta e più inclusiva».

Pure la scalatrice iraniana Mina Ghorbani ha trovato l’atmosfera della cordata femminile estremamente positiva: «Anche se noi donne siamo stigmatizzate e dobbiamo lottare contro gli stereotipi e le barriere di genere, vogliamo comunque contribuire in egual misura alla società. Questa lotta è più importante nel mio Paese, l’Iran, che in altri Paesi. Iniziative come “100% Women” ci permettono di farlo, anche grazie ai collegamenti con le donne scalatrici in Svizzera e nel mondo. Ci dimostrano che abbiamo tutti gli stessi obiettivi».

L’attrice tailandese e “Un Women Goodwill Ambassador”, Cindy Sirinya Bishop ha poi aggiunto: «Vogliamo dimostrare che le donne dovrebbero essere rappresentate e visibili in tutti i settori, anche negli sport di montagna. È una parte importante del cammino verso una società veramente paritaria e che rispetta la diversità».

Grazie a previsioni meteorologiche maggiormente propizie ed a migliori condizioni di sicurezza connesse a neve e ghiaccio, l’ascesa verso il Breithorn è stata posticipata di ventiquattro ore.

Immagini da record

«In questo modo le donne arrivate hanno avuto più tempo per esplorare la località alpina di Saas-Fee, il campo base, e per prepararsi, con una sessione di allenamento sul ghiacciaio del Längfluh - si legge nella nota a corredo dell’iniziativa diffusa da Svizzera Turismo -. A fare in modo che le straordinarie immagini del record mondiale facessero il giro del mondo ci hanno pensato le partecipanti stesse, attraverso la loro presenza sui media e sui rispettivi canali social, con un potenziate (alla voce social) di oltre 24 milioni di persone raggiunte».

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