Overtourism in Svizzera: il caso della Val Verzasca

Intervista Un video diventato virale nel 2017 ha donato a Verzasca il soprannome di “Maldive di Milano” . Per il sindaco i visitatori «rappresentano una risorsa»

«Mi sembra che anche in Svizzera sia iniziata una sorta di corsa ad emulare Venezia sul tema del ticket d’ingresso. La ritengo un’ipotesi affascinante. Poi però bisogna fare i conti con la realtà. Senza turismo, la nostra Valle ha ben poco da proporre».

Con il consueto pragmatismo il sindaco di Verzasca, Ivo Bordoli - dal cognome si intuiscono le sue chiare origini tremezzine, considerato che Bordoli è il Comune più diffuso a Lenno - analizza la proposta di Lauterbrunnen, Comune dell’Oberland Bernese, di introdurre un ticket giornaliero tra i 5 ed i 10 franchi per regolamentare l’assedio cui è sottoposto anche in questo avvio di nuova stagione turistica.

Sindaco da quel luglio 2017, dopo il video (gratuito) da oltre 2 milioni di visualizzazioni, sulla bellezza del Ponte dei Salti e sul colore smeraldo delle vostre acque - tanto da meritare l’appellativo di “Maldive di Milano” - nulla è stato più come prima.

Vi aspettavate tanta notorietà?

Ha fatto più quel video, di cui ancora oggi non abbiamo avuto il piacere di conoscere di persona l’autore che le tante promozioni turistiche mirate messe in atto dalle istituzioni in tutti questi anni. Lo aspettiamo nella nostra Valle. Ormai sono trascorsi sette anni. E’ chiaro che da lì in poi abbiamo fatto i conti in fatto di presenze turistiche con numeri mai sperimentati prima». (il video per la cronaca è stato registrato e pubblicato su youtube da Marco Capedri, videomaker conosciuto con il nome d’arte di Capedit, ndr.).

Subito dopo la prima violenza ondata di contagi, anche il vostro Comune ha dovuto fare i conti con l’overtourism e con una viabilità ingolfata all’ennesima potenza, un po’ come sta accadendo sulla nostra statale Regina. Lì era emersa la possibilità di un ticket d’ingresso?

«Era stata una stagione turistica particolare, quella del 2021, con le frontiere chiuse e con i turisti svizzeri che si erano riversati in massa in Ticino. Avevamo intuito già dall’estate 2020 che la situazione non sarebbe stata gestibile soprattutto per gli anni a venire. E così erano state ventilate numerose ipotesi per far fronte a quell’assalto alla nostra valle sulla spinta delle “Maldive di Milano”. Ben inteso, un assalto che significava e che tuttora è sinonimo di indotto turistico. Noi viviamo di turismo».

Ipotesi che al momento non hanno trovato concretizzazione. E’ così?

«Più che di un ticket, che comunque ci permetterebbe poi di dar corso ad interventi importanti per migliorare la fruibilità delle nostre zone, si era parlato di un contingentamento degli ingressi. In quei mesi abbiamo dovuto convivere con code chilometriche e con un numero sempre crescente di turisti che voleva venire da noi. Non è stato semplice, ma alla fine le cose si sono stabilizzate, soprattutto dal momento in cui le frontiere hanno riaperto interamente dopo le limitazioni imposte dal Covid».

Oneri e onori dunque dopo i 2 milioni di “click” per le Maldive di Milano?

«Proprio così, questo boom di turisti ha portato in dote oneri e onori. Ad esempio, alla voce parcometri abbiamo incassato in questi tre anni un terzo in più rispetto ai numeri pre-pandemia. Nel biennio segnato dalla pandemia, un numero rilevante di turisti svizzeri ha scoperto o riscoperto la nostra valle. Molti di loro sono tornati nel 2022 e così nel 2023. Contiamo molto per la stagione in corso anche sulla presenza di ospiti italiani, in primis comaschi e varesini. Anzi approfitto del vostro giornale per far sapere che Verzasca merita una visita».

Nel frattempo Lauterbrunnen ha deciso di rompere gli indugi ufficializzando la volontà di introdurre un ticket tra i 5 ed i 10 franchi per arginare un assalto davvero senza eguali. Potrebbe aprire un nuovo fronte a livello federale?

«Stiamo parlando di una realtà completamente diversa rispetto alla nostra. Hanno un’icona svizzera come la Jungfrau, tra le vette più conosciute del Vecchio Continente. Avranno sicuramente avuto motivazioni più che valide per proporre questo ticket o comunque questo pass d’ingresso. Sono curioso di sapere come andrà a finire. Ogni iniziativa è legittima, se ben argomentata, anche se l’effetto Venezia potrebbe aver influito su questa decisione. Noi per il momento abbiamo preferito desistere, pur rimanendo una proposta affascinante».

Niente ticket né contingentamento degli ingressi alle “Maldive di Milano” per l’estate 2024?

«No. Posso rassicurare anche i tanti turisti comaschi che si sono affezionati ai nostri luoghi. Non sono previsti né ticket d’ingresso né contingentamento. Chiediamo per contro un po’ di pazienza in caso di code. La nostra valle è accogliente, ma per raggiungerla non abbiamo strade in grado di garantire il passo veloce. Un fattore che ha comunque anche i suoi aspetti positivi».

Lo scorso anno, nella lunga chiacchierata con l’inserto “Frontiera”, si era accennato al tema dei movieri per garantire un minimo di fluidità alla viabilità. E’ una proposta che andrete a riproporre?

«Molto dipenderà dall’afflusso turistico. Il maltempo in questo inizio di stagione non ci ha aiutato. Comune e Fondazione Verzasca sono pronti a fare la loro parte. Di sicuro i movieri sono una soluzione praticabile in tempi celeri. Suona sicuramente singolare il fatto che la strada sia cantonale e dunque “di proprietà” del Cantone, ma venga chiesto al Comune ed alla Fondazione Verzasca di garantire una viabilità senza ingorghi e code chilometriche. Torniamo sul discorso del primo video delle “Maldive di Milano”. Alla fine per raggiungere i risultati sperati bisogna mettersi in gioco in prima persona».

A proposito di video, potrebbe essere l’estate 2024 l’occasione propizia per tributare il giusto merito a chi ha creato il mito delle “Maldive di Milano”?

«Perché no. Siamo grati a questo videomaker. Ha dato lustro al nostro territorio senza chiedere nulla in cambio. Non abbiamo mai avuto contatti diretti. Onestamente non abbiamo riferimenti diretti. Ma la nostra è una Valle accogliente. E sicuramente per lui avremo un occhio di riguardo in più. Approfitto sempre del vostro giornale per dire ai tanti comaschi che verranno da noi durante la stagione turistica di lasciarsi guidare dalla bellezza dei luoghi, sempre tenendo nella debita considerazione il fattore sicurezza. Ora però serve che il meteo si assesti sui valori stagionali. Noi dipendiamo dal turismo tanto quanto dal meteo».

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