Problemi simili, stesse idee: ecco i progetti Interreg che “uniscono” i confini

La storia Uno strumento messo in campo nel 1990 dall’Unione Europea consente di finanziare interventi specifici, dalla salute fino ai trasporti

Quando si dice cooperazione transfrontaliera non si può fare a meno di considerare i progetti Interreg. Interreg è uno strumento che l’Unione Europea ha messo in campo per la prima volta nel 1990 per favorire la cooperazione transfrontaliera e lo fa ancora oggi finanziando progetti.

La missione di questo strumento è quella di far fronte comune e compatto agli impegni che i territori di confine si trovano a dover affrontare, e risolvere, in modo congiunto. Alcuni degli ambiti dei lavori che vengono analizzati e, nel caso, finanziati sono: la salute, l’ambiente, la ricerca, l’istruzione, i trasporti, l’energia sostenibile.

Tre categorie: transfrontaliero, transnazionale, interregionale

Il programma Interreg si compone di tre macro categorie: Transfrontaliero, Transnazionale, Interregionale; quella che interessa il Ticino e la Lombardia è la prima nella quale rientrano i cantoni Vallese, Ticino e Grigioni e le Regioni Lombardia (Como, Sondrio, Lecco e Varese), Piemonte (Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli), Valle D’Aosta, la Provincia Autonoma di Bolzano.

Interreg, proprio perché strumento di collaborazione tra i territori che si affacciano sulle frontiere di Stati diversi, si basa su finanziamenti provenienti da direttrici diverse. I progetti Interreg più vicini nel tempo sono quelli del periodo 2014-2020. Essi sono finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) con un bilancio di 10,1 miliardi di euro investiti nei vari programmi di cooperazione. Al 31 dicembre 2021 i progetti approvati erano 91.

Il programma Italia-Svizzera 2021-2027, in corso ora, avrà un piano finanziario di circa 145 milioni di euro complessivi. Di questi, 82 milioni euro provengono dal contributo dell’Unione europea, 20,5 milioni euro rappresentano il cofinanziamento nazionale italiano e circa 40 milioni di euro il contributo di matrice elvetica.

Per chi vuole bussare in Europa per il proprio progetto transfrontaliero c’è la possibilità di partecipare all’Avviso pubblico per la presentazione dei progetti e presentare (lo si può già fare da giugno scorso) la domanda relativa alla concretizzazione della propria idea sul sito http://www.siage.regione.lombardia.it fino alla comunicazione di definitivo esaurimento delle risorse.

Ascolto dei territori, digitalizzazione ed economia circolare

Le principali novità del programma sono rappresentate dalla volontà di ascolto delle esigenze specifiche dei territori, la digitalizzazione e l’economia circolare privilegiando la partecipazione attiva dei giovani.

Lo scopo del programma di cooperazione transfrontaliera è quello di favorire la ricerca applicata, l’innovazione e l’introduzione di tecnologie avanzate; contribuire al miglioramento delle capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, prevenzione dei rischi di catastrofe e maggiore resilienza; promuovere una riduzione dell’inquinamento e la protezione della natura e della biodiversità; realizzare una maggiore integrazione delle reti di trasporto e favorire la mobilità intermodale e sostenibile; consentire la parità di accesso all’assistenza sanitaria e il passaggio dall’assistenza istituzionale a quella su base familiare e sul territorio; partecipare al rafforzamento di cultura e turismo sostenibile e molto altro.

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