Torna la voglia di cultura in Svizzera: i musei elvetici crescono a doppia cifra

Lo studio Prove tecniche di rinascita dopo i tempi duri della pandemia. Numeri confortanti, con un significativo aumento del 26% degli ingressi

Prove tecniche di rinascita per i musei svizzeri dopo la pandemia: una crescita a doppia cifra, che però non riporta ancora ai livelli di due anni fa nella Confederazione. Ci vorrà pazienza. Un’eccezione è però rappresentata dalla Svizzera italiana, che ha preso addirittura maggiore slancio in confronto a ciò che accadeva prima del Covid.

Certo, i dati del 2021 restano piuttosto confortanti, secondo l’indagine dell’Ufficio federale di statistica. Quasi tutti gli indicatori delle attività sono cresciuti rispetto all’anno precedente: +77% per il numero totale di eventi, +44% le visite guidate e +26% per gli ingressi. Un grande fermento, su una base solida di nome volontariato: ad esso si affidano quasi due terzi dei musei.

Dentro i numeri

Guardiamo dunque i numeri. Nel 2021 i musei svizzeri hanno sfiorato i 10,3 milioni di ingressi, con un aumento del 26% rispetto all’anno prima, pesantemente frenato dalla pandemia. Una cifra che resta lontana dai 14,2 milioni di ingressi del 2019.

Va detto che proprio i vicini di casa vedono una performance migliore. L’aumento del numero totale di ingressi nel 2021 si fa infatti notare nella Svizzera italiana (+48% rispetto al 2020); qui si sono registrati 362.500 ingressi, cifra che supera addirittura quella osservato nel 2019 quando erano 278 000 ingressi). Non male, considerando tra l’altro che qui c’è l’8% dei musei elvetici, concentrati per il 72% nella Svizzera tedesca. Altro dato interessante che riguarda lo scorso anno: 46 musei nella Confederazione hanno raggiunto o superato i 50.000 visitatori, rispetto ai 32 del 2020 (vero è che erano 60 nel 2019).

C’è una certa omogeneità sui finanziamenti, nel senso che l’attore principale è l’ente pubblico per quasi il 52%: in questo caso, nel sostenere le attività prevale il Comune rispetto al Cantone. Tra i privati, invece, sul primo gradino del podio ci sono associazioni e fondazioni al 16%, seguite a distanza dai privati cittadini: solo il 4,5% vede in prima linea un’impresa.

Ma altri segnali parlano chiaro. Ad esempio, l’incremento delle attività di mediazione culturale. Nel 2021 i musei hanno quasi raggiunto le 70.000 visite guidate rispetto alle quasi 49.000 dell’anno precedente: resta il gap con il 2019 (107.000 visite). Il 78% delle realtà ha organizzato almeno un evento (vernissage, conferenza, proiezione e altro ancora), contro il 67% dell’anno prima: nel 2019 l’88%. I musei hanno mediamente organizzato 23 eventi nel 2021 (13 nel 2020 e 33 nel 2019). Su questo fronte, il dinamismo accentuato spetta alla Svizzera francese: il numero medio di eventi triplicato tra il 2020 e il 2021. Nella Confederazione elvetica ‘anno scorso è avvenuto il taglio del nastro per quasi 1.350 esposizioni temporanee, + 20% rispetto all’anno precedente (1.119, mentre due anni fa erano però 1.640).

Il capitale umano

Ma chi sono le donne e gli uomini che hanno permesso a questo motore di girare a un ritmo simile? Nel giugno 2021 – spiegano gli esperti dell’Ust - il personale dei musei svizzeri era costituito per quasi il 40% da volontari: vi prestavano servizio cioè 11.400 persone salariate e 7.500 volontari. Più una struttura è piccola, maggiore ricorso farà al volontariato: se ne serve il 73% dei musei che contano meno di 5.000 ingressi, contro il 33% dei musei con pubblico elevato (50.000 ingressi o più). Complessivamente, il 64% usa personale volontario.

Ma anche tra chi ha uno stipendio, vanno operati dei distinguo. La passione resta il combustibile primario. Le 11.400 persone salariate nei musei rappresentano poco più di 6.000 equivalenti a tempo pieno: dunque è decisamente diffuso il part time.

Con prevalenza femminile: le donne costituiscono il 62% del personale salariato dei musei svizzeri, percentuale che cresce per l’arte (68%) e cala nei musei tecnici (50%). Le redini sono più frequentemente affidate al genere maschile, nonostante questo. Tre quarti delle donne impiegate nei musei non hanno responsabilità di conduzione del personale, che spetta invece a due terzi degli uomini. Il 6% delle donne ha un ruolo dirigenziale, il 10% degli uomini.

Quello del personale e della posizione professionale è un tema che si è voluto mettere a fuoco nell’ultima indagine affidata all’Ust, proprio perché è una questione sempre più rilevante nel panorama culturale e artistico. Alla base, una ricca mappa della realtà elvetica da documentare in modo approfondito. Sono 1.081 i musei in grado di tenere aperto, 33 in più rispetto al 2020, ma mancano all’appello una cinquantina di realtà rispetto al periodo prepandemia. Un promemoria di come sia stato e sia difficilissimo rimettersi in piedi dopo il drammatico stop inferto dall’emergena sanitaria.

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