Un Natale da 250 franchi: anche al di là del confine si cerca di tirare la cinghia. I numeri dei consumi in Svizzera

Lo studioLa fiducia dei consumatori in calo per l’impennata dei prezzi. In crisi la classe media, ma il 5% è pronto ad arrivare a mille franchi

La fiducia dei consumatori cala, ma il Natale dovrebbe dare segnali comunque positivi sul commercio, almeno per alcuni gruppi merceologici in Svizzera. E pure online.

È un clima ancora ricco di contrasti, quello del finale dell’anno.

A partire dalla sensazione che si respira tra la gente. Secondo le ultime elaborazioni dell’Ufficio di statistica federale, rilanciato da quello ticinese, il clima di fiducia dei consumatori riporta un indice pari a -47 punti, in calo di -6 punti rispetto a luglio e di 50 punti rispetto a un anno fa. Che cosa preoccupa particolarmente? La situazione finanziaria personale e familiare, per il confronto con la percezione dell’evoluzione dei prezzi, così diversa da quella effettiva analizzata dall’Indice dei prezzi al consumo, ovvero +3,4% nel terzo trimestre (+3,0% a novembre).

I settori

Il contrasto prosegue, se si pensa che la componente dei consumi privati nel calcolo del Pil rallenta, è vero, ma cresce in termini reali ancora una volta nel terzo trimestre: dello 0,7% su base trimestrale e del 2,5% su base annua. Ecco perché alla fine la statistica della cifra d’affari del commercio al dettaglio in termini reali fa riscontare un tasso di crescita del 2,7%. Che cosa contribuisce a spingere la tendenza favorevole? Fondamentalmente due fronti, quello alimentare e gli acquisti online. Questa positività è confermata per il commercio al dettaglio dall’indagine svolta dal centro di ricerca Kof. Se però ci si sposta dalla Svizzera in generale al Ticino, i commercianti che definiscono “cattiva” la situazione degli affari, aumentano.

Dove la sfiducia è tangibile è sul versante delle automobili. La statistica delle nuove immatricolazioni di veicoli conferma un calo globale nella Confederazione, -7,2%, che viene perlomeno attenuato nel Canton Ticino.

In generale, lo scorso ottobre – ultimo mese rilevato - le cifre d’affari del commercio svizzero al dettaglio corrette in base all’effetto dei giorni di vendita e dei giorni festivi erano rimaste stabili in termini nominali. Al netto delle variazioni stagionali, hanno presentato un calo del 2,7% in termini nominali rispetto a settembre 2022. Considerando invece ottobre 2021, -0,6% in termini nominali rispetto ad ottobre 2021 (in termini reali: –2,9%).

Dove si è percepito il rallentamento? Per prodotti alimentari, bevande e tabacchi il decremento è stato dello 0,3% in termini nominali (in termini reali: –3,7%), per il il comparto non alimentare dello 0,5% in termini nominali (in termini reali: –2,2%).

Ma che cosa accadrà nel rush finale dell’anno, con l’effetto Natale? Secondo la società di consulenza EY, il 53% degli svizzeri si è ritagliato un budget di oltre 250 franchi per fare acquisti natalizi. Uno su cinque ha dichiarato che spenderà una cifra superiore a 500 franchi. C’è anche chi è pronto a investire un maggiore tesoretto: il 5% pensa di spendere una quota superiore ai mille franchi. Ma non manca chi vola basso, alla luce dell’atmosfera finanziaria, più che quella natalizia: il 15% non vuole intendere più di 100 franchi, anzi la metà di loro punta a un maxirisparmio, rimanendo sotto i 50 franchi al netto dei desideri di parenti e amici.

La rete

Viene anche confermata l’attenzione all’online. Con una doppia partita. Da una parte quella dell’ispirazione, che vede la rete come bacino da esplorare per operare le scelte per quasi il 60% degli svizzeri. Poi si può anche concludere in negozio, ma si parte da un “viaggio” lì.

C’è anche chi fa quindi il percorso netto: gli acquisti online sono pari al 38% secondo l’indagine, il che significa +33% rispetto allo scorso anno.

Il commercio chiama e anche le istituzioni invitano a seguire questo invito, per aiutare in un momento ancora delicato. Con diverse iniziative. Ad esempio il Comune di Lugano ha lanciato delle agevolazioni nelle due domeniche alle spalle con i negozi aperti.

Il tragitto con i mezzi pubblici (bus e funicolare Lugano-Centro Stazione FFS) è stato offerto nelle zone Arcobaleno 100, 110, 112, 113 e 121. Parcheggio gratuito per le prime 2 ore nei posteggi Motta, Balestra, Piazza Castello, Conza e LAC. E oltre le 2 ore fatturato l’intero tempo di sosta proprio per favorire il ricambio di veicoli posteggiati. Si è fatto anche ricorso a una tariffa agevolata tramite il sistema di pagamento ParkingPay.

Misure con cui la municipalità ha messo in conto di perdere 22mila franchi per i parcheggi, ma anche altri 60mila franchi considerando il trasporto pubblico gratis. Il ritorno per l’economia generale, però, suggerisce di scommettere in questa direzione.

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