Ascolto e aprire i luoghi del fare
«Così si valorizzano le eccellenze»

Elia Bonacina, quarta generazione al vertice dello storico brand dei mobili in giunco

Clienti-centrici, in costante ascolto del mercato e più aperti nel mostrare il saper fare delle piccole e medie aziende del Made in Italy: è la strategia per il futuro suggerita da Elia Bonacina, ceo di Bonacina 1889 e quarta generazione della storica azienda di Lurago d’Erba specializzata nella produzione di mobili in giunco e midollino.

«Noi piccole aziende dovremmo diventare più aperte nel mostrare quello che avviene nelle fabbriche perché questa visibilità conferirebbe valore aggiunto ai marchi ed è un segno di attenzione per i clienti, li rende partecipi e crea le condizioni per una relazione di ascolto così importante per agire» fa sintesi Elia Bonacina che a inizio anno ha inaugurato il Museo Galleria Giardino, museo d’impresa e racconto di una storia proiettata già nel futuro dove i pezzi d’archivio sono d’ispirazione per il nuovo.

«Ricevere i clienti che vedono la produzione e visitano lo show room ci aiuta a capire come interpretano le proposte, come le percepiscono ed è fondamentale per poi elaborare nuove idee. Irrealistico è pensare di avere delle logiche proprie con le quali piegare il mercato – osserva Elia Bonacina – inoltre i clienti, quando vedono la produzione, capiscono molto di più il valore di un pezzo attraverso la sua realizzazione. È una considerazione che vale per ogni alta realizzazione della produzione italiana. Penso al tessile, naturalmente, oltre all’arredo, a certa produzione meccanica. Mostrandone il valore, si viene compresi anche dai mercati internazionali».

Non tanto il lusso, quanto i manufatti di pregio italiani hanno un mercato internazionale che ha ancora margini di crescita. «Rappresenta una grande opportunità e questo i giovani lo hanno capito, per questo cercano attività e desiderano essere attori di questo processo. Sono attivi e capaci di avviare realtà interessanti - prosegue il ceo - in Bonacina non abbiamo difficoltà a trovare personale giovane: nella nostra azienda riconoscono una visione. Ma in generale non sento imprenditori giovani in difficoltà nel reperire collaboratori. Forse è più difficile per imprenditori di oltre 70 anni di età perché non parlano più lo stesso linguaggio e nella cultura italiana, dove la maggior parte delle aziende è a conduzione familiare, questo può essere un problema».

Ma non si tratta di uno strappo tra generazioni, anzi, il contrario. Non solo c’è rispetto e attenzione per i fondatori delle aziende che hanno reso grande il Made in Italy, ma c’è interesse, da parte dei giovani, dei valori che hanno sostenuto quelle imprese.

Per questo la loro storia, se opportunamente raccontata, concorre a costruire valore. Questo recupero avviene spesso attraverso la riscoperta a opera delle nuove generazioni che risultano essere interessate a valorizzare il patrimonio del saper fare italiano in particolare in relazione al grande periodo del design a partire dagli anni cinquanta.

Tra gli altri aspetti a cui è opportuno “prestare ascolto” c’è la sostenibilità dei prodotti, una delle richieste poste, ancora una volta, dai clienti più giovani. Il rispetto dei criteri Esg è tra le priorità per una fascia di mercato sempre più ampia.

«Da dove proviene il giunco è tra le domande più frequenti – conclude Elia Bonacina – vogliono sapere e noi mostriamo le foto delle persone che fanno la raccolta, delle foreste ricresciute dopo qualche anno dal primo prelievo. I clienti, soprattutto i giovani, vogliono assicurarsi che non si tratti di green washing e bisogna avere risposte autentiche, credibili».

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