D-Orbit vola con 150 milioni, così accelera la crescita

Il direttore finanziariodi D-Orbit Andrea Rossi traccia le linee di sviluppo dell’azienda comasca, leader nella logistica spaziale. «Dal 2026 veicoli di maggiori dimensioni per ampliare il nostro mercato. E la sostenibilità resta un punto fermo»

Il 2023 è stato un anno da record per D-Orbit, leader nel settore dei servizi di logistica e trasporto spaziale con base a Fino Mornasco. L’azienda si è aggiudicata oltre 60milioni di euro in contratti con governi europei e agenzie spaziali, ha completato con successo altre sette missioni del veicolo di trasporto orbitale Ion Satellite Carrier e ha vinto diversi premi. Cosa c’è in calendario per il futuro? Ne abbiamo parlato con il direttore finanziario Andrea Rossi.

Di cosa si occupa D-Orbit?

Siamo operatori della logistica e del trasporto spaziale. La visione dell’azienda è di creare un’infrastruttura che alimenti quella che viene definita new space economy, permettendo il trasporto sostenibile di merci, informazioni e persone nello spazio. Abbiamo diverse linee di business: “Transportation” che vede protagonista il nostro vettore Ion; “Advance services”, ovvero utilizzare i nostri satelliti, che hanno trasportato altri mini satelliti e sono già in orbita, per offrire servizi avanzati come il cloud computing, dati dall’orbita verso la Terra e quella che viene definita “In-Orbit demonstration and validation”, portare all’interno di Ion, mini cubesat in grado di validare la tecnologia quando è in orbita. Il ciclo di sviluppo di una tecnologia spaziale include test in orbita per convalidarne il funzionamento. La terza, probabilmente la più futuristica e interessante, è “In-Orbit servicing”, già attiva oggi, ma che ci porterà maggiori risultati dal 2026 in avanti. È una linea molto importante che cambia il paradigma del nostro business che passa dall’essere piccoli satelliti che fanno logistica a grandi satelliti, anche da due tonnellate, che sono in grado di offrire servizi avanzati a tutti coloro che hanno bisogno di satelliti in orbita geostazionaria e in orbita bassa.

Cos’è Ion Satellite Carrier e quali sono le sue caratteristiche?

È un satellite dotato di propulsione propria, costruito da D-Orbit in tutte le sue componenti fondamentali con tecnologia proprietaria. È in grado di trasportare mini satelliti, cubesat o payload, esattamente nell’orbita nella quale devono essere posizionati. I sistemi tradizionali fanno affidamento sulla deriva orbitale, un processo che ci mette da sei a nove mesi a trasportare un satellite dall’orbita di parcheggio a quella operativa, noi riusciamo a farlo in poche settimane. Il vantaggio per il cliente è di poter generare fatturato per il suo business in un tempo molto più ristretto. Ion può trasportare fino a 64 mini satelliti, l’home boarding viene deciso in base alle prenotazione e alle dimensioni dei satelliti stessi.

D-Orbit è la prima realtà spaziale certificata B-Corp al mondo, cosa significa?

L’azienda è nata credendo che la sostenibilità non sia umorale, ma che rappresenti un vantaggio competitivo per l’azienda stessa e per il nostro pianeta. Stiamo dimostrando questa convinzione operando in un’industria che è una delle più sfidanti al mondo, probabilmente nella parte commerciale è ancora nella fase embrionale del suo sviluppo, ma le implicazioni di questa sostenibilità sono reali. La certificazione B-Corp attesta il nostro impegno a ridurre l’impatto ambientale a livello di processo, produzione, sviluppo di prodotti, servizi e di sostenibilità sociale.

A gennaio con 100milioni di euro si è chiuso il primo closing del finanziamento di serie C. Uno dei più grandi mai effettuati da un’azienda europea di tecnologia spaziale, ma non è stato l’unico fatto degno di nota del 2023, cosa è successo?

Ci sarà un secondo closing entro fine marzo 2024, il totale sarà di 150milioni di euro. Siamo molto soddisfatti è il coronamento di tanti mesi di grande impegno da parte di tutta l’azienda. L’anno scorso abbiamo vinto il premio Startup dell’anno che ci è stato conferito da Startupitalia. Siamo stati selezionati come una delle 47 realtà a ricevere finanziamenti dal Consiglio europeo dell’Innovazione nell’ambito del programma Eic Accelerator 2023 e siamo stati selezionati per Rising Star 2023 dell’Agenzia Spaziale Europea, a testimonianza del nostro impegno per l’innovazione nell’industria spaziale. Siamo inoltre stati inclusi tra le prime venti startup Skylab spaziali europee scelte dal Commercialization Gateway dell’Esa. Un anno molto importante per noi sotto tanti punti di vista, quello operativo, quello dei riconoscimenti e quello finanziario con l’aumento di capitale che ci consentirà di sostenere la nostra crescita.

Sempre nel 2023 D-Orbit ha realizzato sette missioni con il veicolo di trasporto orbitale Ion Satellite Carrier, quante missioni avete in programma quest’anno?

Lo scorso anno abbiamo rilasciato all’interno delle nostre missioni oltre 40 mini satelliti e abbiamo testato oltre 20 tecnologie in orbita. Abbiamo un track record molto positivo, il 100% positivo. La nostra tecnologia è collaudata, siamo in grado di fare quello che abbiamo promesso di fare, prima sulla carta e dal 2020, anno della prima missione Ion, nella realtà. L’obiettivo è sempre crescere e sarà così anche per il 2024.

Cosa ha comportato e cosa comporterà la partnership con la potenza del settore industriale giapponese Marubeni?

È la prima grande corporation che entra nell’azionariato di D-Orbit, avere una corporate finance e non un player finanziario è decisamente diverso. Ci attendiamo che questa partnership segua un percorso fortemente strategico, prevediamo un grande sostegno di Marubeni nella crescita e nell’espansione dell’azienda, ha uffici in oltre 130 Paesi nel mondo, ha relazioni con player privati e istituzionali. Le nostre aspettative sono alte, sfruttare la loro presenza per aumentare la nostra presenza su scala globale.

Quali sono i prossimi progetti che avete in agenda?

A livello operativo migliorare i satelliti, le prestazioni e la soddisfazione dei clienti continuando ad aprire un settore che è in forte sviluppo e in forte trasformazione e che prevediamo crescerà tantissimo nei prossimi anni. Una parte fondamentale sarà quella di sviluppare prodotti nell’advance services, cloud e age computing direttamente in orbita e continuare a mettere le basi su quello che sarà il nostro in-orbit servicing, la business line dell’azienda per i prossimi decenni.

Parliamo di capitale umano: quante persone lavorano per D-Orbit? Ci sono posizioni aperte?

Il gruppo D-Orbit è soprattutto in Italia, ma ha sedi anche in Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti. A fine novembre eravamo circa 300 persone, stiamo crescendo e siamo alla ricerca continua di profili tecnici. Siamo fortemente basati sull’ingegneria, cerchiamo di rimanere snelli sulle funzioni di staff per dare più agio alle funzioni di ingegneria che sono quelle più operative verso clienti, stakeholder e verso il nostro piano di progetto e di prodotto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA