«Fattore innovazione. Un ecosistema per allevare le startup»

ComoNext Maria Cristina Porta, capo di Incubazione e Open innovation: «Territorio più forte con l’iniezione di nuove imprese»

La startup innovativa è un’impresa giovane, ad alto contenuto tecnologico, con forti potenzialità di crescita e quindi uno dei punti chiave della politica industriale italiana. Questo ciò che recita il sito del Ministero dello Sviluppo Economico che, fra gli incubatori certificati, riconosce a ComoNext un ruolo di primo piano. Maria Cristina Porta, Head of Incubation & Open Innovation del parco scientifico e tecnologico di Lomazzo ci introduce al modello ComoNext.

Cosa ha portato alla nascita dell’incubatore?

Ricordiamo prima di tutto che ComoNext è un ecosistema con 140 imprese legate alla tecnologia, di cui il 30% sono startup innovative, alcune delle quali in incubazione. L’incubazione è uno dei servizi di sviluppo che nasce da un’intuizione di Camera di commercio: un territorio può essere rilanciato anche grazie all’iniezione di nuove imprese e se le nuove imprese sono legate alla tecnologia possono attrarre più competenze, possono approcciare i mercati in modo nuovo e possono generare fatturati interessanti.

Questo ha fatto sì che nel 2013 ComoNext si accreditasse come incubatore certificato del Mise rispettando requisiti quali spazi dedicati alle start up, accesso H24 nelle aree riservate e soprattutto requisiti legati ai contenuti. Il team che segue le start up è composto da Innovation Manager, persone con pluriennale esperienza nell’accompagnamento alla nascita e crescita dell’impresa e raggruppa expertise diverse e complementari.

Quali sono le funzioni principali di un incubatore?

Ciò che ci distingue da altri incubatori è che noi partiamo dall’idea. Mi spiego, tre sono le fasi che caratterizzano la nostra attività: orientamento, pre-incubazione e incubazione. Tutte le persone o i team che ritengono di avere un’idea potenzialmente buona possono chiedere sessioni di orientamento gratuite con gli esperti di ComoNext semplicemente compilando un format sul nostro sito e abbiamo in media 130/150 richieste all’anno. Qui l’obiettivo è far capire quali sono gli elementi utili per validare l’idea.

Il secondo gradino - non è obbligatorio però che si facciano tutti e tre gli step e nel caso arrivasse un team con un progetto già strutturato si può direttamente passare al gradino successivo - viene indicato come pre incubazione. Nel momento in cui un team si è consolidato, un’idea è stata approfondita e si è capito che tecnicamente è realizzabile, proponiamo un corso di pre-incubazione di tre mesi svolto sia all’interno di ComoNext sia nei Contamination Lab presso l’Università Liuc di Castella o l’Università degli Studi dell’Insubria.

Qual è il focus di questa fase?

Usiamo strumenti che permettano di capire se il prodotto o il servizio proposto è industriabile e andiamo a misurare la desiderabilità del mercato. In questa fase il network delle aziende di ComoNext offre un vantaggio fondamentale perché le aziende presenti nel parco mettono a disposizione delle startup un ricchissimo portafoglio di competenza e tecnologia.

Anche indicando bandi di finanziamento a cui accedere otteniamo elementi misurabili e concreti per accompagnare il team nella creazione di una società sostenibile anche economicamente. La decisione di costituire la startup è però sempre dei proponenti e non di ComoNext che non entra mai nel capitale delle società.

In cosa consiste il modello ComoNext?

L’esclusività del nostro modello si basa su due punti: il primo è la partecipazione alla Next Innovation con la messa a fattor comune delle competenze anche delle startup in incubazione perché possano partecipare a progetti di trasferimento tecnologico con altre aziende del parco a favore di aziende esterne.

C’è poi un elemento distintivo che riguarda la valutazione di una startup. Abbiamo individuato indicatori non solo economico-finanziari - spesso solo stimati - ma che coprano sette ambiti di analisi identificati in: validazione dell’idea, value proposition, team, mercato, fabbisogno finanziario, dati economico-finanziari e attitudine alla comunicazione del team. In questo modo possiamo dare a un potenziale investitore un’idea reale di come sta performando la startup in tutti i suoi aspetti e non solo negli economics. Altro punto chiave che offriamo è la misurazione dell’impatto che la startup può generare sul mercato e che può essere ambientale, sociale o culturale.

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