Maria Porro racconta il prossimo Salone del Mobile. «Valorizziamo i territori e il sapere del made in Italy»

Maria Porro, presidente del Salone del Mobile, presenta la prossima edizione che sarà inaugurata il 16 aprile. «Da sempre la rassegna è un’occasione per fare conoscere agli operatori internazionali le nostre eccellenze»

Accelerano i preparativi per il Salone del Mobile.Milano il prossimo 16 - 21 aprile a Fiera Milano, Rho. Maria Porro, presidente, traccia le linee che caratterizzano questa edizione. In uno scenario sempre più incerto per mercati, approvigionamenti e prospettive di crescita, il Salone è avvertito dalle imprese, ancora più di sempre, come un’opportunità di rilancio e sviluppo.

Il nuovo layout sarà esteso al Salone internazionale del Bagno e a EuroCucina, quali sono le aspettative per pubblico e organizzatori?

Il re-design dell’edizione numero 62 è partito dall’ascolto di tutti gli stakeholder, coinvolti a vario titolo in interviste sul campo o in tavoli di lavoro più specialistici per coglierne percezioni, desideri e necessità. Diverse le suggestioni che abbiamo raccolto, come quella di semplificare e rendere più efficace l’esperienza di visita, oppure quella di valorizzare al massimo ogni singola azienda espositrice o ancora quella di creare delle zone di relax e occasioni di sguardi culturali che potessero essere percepiti come pause rigeneranti durante la giornata trascorsa in fiera.

In quest’ottica, sono stati ridisegnati i percorsi di EuroCucina, con Ftk Technology For the Kitchen integrata nei suoi spazi, e del Salone internazionale del bagno: padiglioni adiacenti e collegati, che, grazie al lavoro di Lombardini22 e all’impiego delle neuroscienze, vedranno un’ottimizzazione di tempi e spazi che renderanno la visita più ricca ed efficiente, offrendo contemporaneamente pari accessibilità e visibilità a tutti gli espositori, con un occhio speciale alle piccole aziende e alle nuove realtà. Risultato che si otterrà grazie a una pianta concentrica con boulevard ad anello, su cui si affacceranno da entrambi i lati le aziende.

Classico e design: come si pensa di coniugare le due anime dell’arredo Made in Italy?

Classico e design rappresentano, in egual misura, il “bello” e il “ben fatto” del made in Italy, la sua ricchezza, qualità e varietà. La priorità della Manifestazione è valorizzare tutte le diverse correnti e gli approcci stilistici, creando una coerenza di percorsi estetici, narrativi e di target di riferimento che aiutino il visitatore a orientarsi e soddisfare facilmente gli obiettivi di visita. Classico e design saranno così due poli attrattivi che moduleranno i percorsi e le esperienze dei visitatori, supportandosi a vicenda.

La relazione del Salone con la città di Milano è nota, ma anche la Brianza ha un ruolo perché molti clienti hanno visitato le aziende post Salone: c’è forse un pensiero su come possano gravitare attorno al Salone anche Monza, Cantù e Como?

Il Salone del Mobile è un’occasione preziosa per far conoscere a un pubblico internazionale le principali aziende del made in Italy, molte delle quali hanno sede nel territorio brianzolo e comasco, valorizzandone storia, tenacia, creatività ed eccellenza. Lo sappiamo e come Salone cerchiamo sempre di fare da volano e di creare ponti, occasioni, opportunità per tutti i distretti produttivi, in particolar modo per quelli più vicini a Milano e più facilmente raggiungibili durante i giorni della manifestazione.

La nostra è un’esortazione affinché tutte le aziende di questi territori aprano anche le porte delle loro sedi, contribuendo insieme, nella loro diversità e peculiarità, a tratteggiare l’identità comune di un territorio per promuovere, sostenere e accrescere, in una prospettiva di medio-lungo periodo, il circuito e il posizionamento, regionale, nazionale, internazionale, di questo contesto locale.

Ottimo il 2022, difficile il 2023 e il 2024? Con quali prospettive in termini di produzione si aprirà il Salone?

Sicuramente il 2023 non è stato facile: i dati sulla produzione industriale a novembre 2023, rispetto allo stesso periodo del 2022, hanno registrato un -5,3% per il mobile secondo i dati del Centro studi Federlegno Arredo. Si tratta, anche, in parte, di un calo fisiologico dopo due anni molto positivi per tutto il settore. Guardando, poi, ai mercati che acquistano made in Italy, il 2023 ha visto diversi riposizionamenti: gli Stati Uniti, pur rimanendo il secondo Paese, sono in calo, la Germania slitta al terzo posto e la Cina, ancora al settimo posto, registra un ulteriore calo a causa della crisi immobiliare. Purtroppo, le oscillazioni dei trimestri non sono, in questo momento storico, prevedibili, per questo le aziende devono essere pronte a cambi repentini di scenario e ad ampliare le rotte dei propri mercati.

Il 2024 e la prossima edizione del Salone del Mobile, con le due biennali dedicate alla cucina e al bagno, sarà l’occasione migliore per provare ad aprirsi a mercati finora poco esplorati e catturare l’attenzione di nuovi clienti. Il Salone è uno strumento fondamentale per aprire nuove rotte che aiutino ad affrontare un mercato ormai lontano dalle certezze offerte dal passato e l’occasione migliore per provare ad aprirsi a mercati finora poco esplorati e catturare l’attenzione di nuovi clienti. Penso agli Emirati Arabi, all’Arabia Saudita, all’India. Il progetto incoming con l’invito a buyer e operatori così come il tour di promozione in tutto il mondo, che abbiamo iniziato a novembre e proseguirà per tutto gennaio e febbraio, servono proprio a supportare le aziende nell’aprire nuove rotte.

Come le ulteriori crisi geopolitiche possono influire sulla riuscita dell’evento?

Le crisi geopolitiche potranno inevitabilmente incidere sul numero di visitatori provenienti dalle aree interessate ma non influenzeranno la qualità della 62ª edizione del Salone del Mobile. Il lavoro che il Salone sta facendo per controbilanciare questo rischio, che si riflette anche sui mercati, è una serie importante di iniziative di promozione a livello internazionale. Insieme al progetto incoming, che vede l’invito di duecento operatori qualificati da più di 40 paesi, per la prima volta da novembre stiamo portando avanti un roadshow mondiale. Abbiamo concluso le tappe di Shanghai, Berlino, Parigi, Londra, Copenaghen e, dal 23 gennaio, saremo a Dallas, New York, Las Vegas e Chicago. Micro eventi co-progettati con il supporto dell’Agenzia Ice e in collaborazione con le associazioni di categoria come l’American Institute of Architects). In ogni città incontriamo giornalisti, interior designer e architetti per anticipare cosa sarà il Salone del 2024, quali le aziende coinvolte e i progetti speciali. Questo ci aiuterà ad attrarre nuovi visitatori, operatori e professionisti, puntando sulla qualità, supportando i professionisti nell’organizzazione della visita e nell’aumentare la consapevolezza del valore dell’esperienza che stanno per compiere.

E come le crisi geopolitiche legate ai trasporti come l’attuale crisi per Suez possono influire sui trasporti sia delle materie prime che dei prodotti finiti?

La crisi nel Mar Rosso rischia di avere ripercussioni negative su tutto il sistema almeno nel breve termine: il blocco della rotta commerciale più battuta ha causato infatti un rallentamento degli scambi commerciali con i paesi dell’Est Asiatico, ma non solo. Perdere anche temporaneamente la rotta attraverso il canale di Suez sarebbe un duro colpo per il Made in Italy, perché significherebbe optare per rotte più ampie, con conseguenti ritardi sulle consegne e sugli approvvigionamenti e un aumento considerevole dei costi di trasporto e di sicurezza. Confidiamo che gli organismi preposti lavorino per normalizzare il prima possibile la situazione.

Giovani e formazione: il Salone ha sempre avuto una grande attenzione verso i giovani designer, ma è possibile attivare anche progetti che attraggano ai mestieri del legno, all’artigianato e alle professioni “manuali” del made in Italy? C’è il rischio che succeda quello che accade nella moda: tutti vogliono fare gli stilisti e mancano i sarti, si corre lo stesso rischio anche per il design?

Questo problema ha radici lontane e, spesso, ha a che fare con un’immagine poco attrattiva di un lavoro manuale, immagine che non tiene conto dell’evoluzione e del percorso di innovazione tecnologica e digitale che ha interessato l’intera filiera.

Duplice allora è lo sforzo che dobbiamo compiere: da un lato, riuscire a ottenere un maggiore dialogo fra pubblico e privato, chiedendo riforme scolastiche laddove necessario e incentivando gli investimenti nella formazione per ottenere un’offerta formativa tecnica e professionale in linea con i reali bisogni delle aziende. Dall’altro, creare campagne di comunicazione e informazione rivolte alle famiglie e ai giovani che mostrino tutta la contemporaneità e l’innovazione di questo settore, comunicandone il valore aggiunto di creatività, innovazione e qualità, a cui non contribuiscono solo designer e progettisti ma tutte le figure professionali coinvolte nel processo produttivo.

Solo così i nostri percorsi professionali risulteranno essere una prospettiva attraente per il futuro dei giovani. FederlegnoArredo è da anni impegnata nel rispondere al fabbisogno formativo e occupazionale delle imprese e già dal 2013 ha attivato nel cuore della Brianza un progetto, oggi Artwood Academy, che vuole essere il catalizzatore di esperienze formative inerenti il settore diffuse nei principali distretti della filiera.

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