«Veicoli sempre più leggeri: dall’alluminio la soluzione»

La filiera L’abbandono del termico porterà a una rivoluzione produttiva Bertoletti (Atie Uno di Lecco): «È un materiale unico, sta avendo un boom»

Con la produzione di auto elettriche l’utilizzo di alluminio crescerà per un maggiore utilizzo in applicazioni come le batterie, l’alloggiamento del motore e componenti strutturali del corpo dell’auto.

Tutto ciò investe direttamente il core business di “Atie Uno Informatica”, società lecchese di Massimo Bertoletti specializzata nella progettazione e realizzazione di sistemi informativi che vengono montati a bordo macchina per ottimizzare il processo di estrusione di alluminio.

«Con i nostri sistemi – spiega Marco Bosisio, general manager in Atie – attraverso logiche di intelligenza artificiale, oppure con algoritmi di ottimizzazione più semplici riduciamo di fatto il costo di produzione per i nostri clienti, con tutto ciò che ne deriva. In ottica green – aggiunge – possiamo anche affrontare il tema delle emissioni in quanto se un’azienda cliente riesce a far uscire dai propri impianti una maggior quantità di materiale di qualità a un costo più basso e in tempi inferiori si ha risparmio in emissioni».

Messa al bando

Sulla messa al bando a partire dal 2035 delle auto a motore termico in favore di una mobilità totalmente elettrica Bertoletti si dice «un po’ scettico, mi sembra una scelta più politica che economica. In proposito – aggiunge – ricordo che si tratta di un fenomeno tipicamente europeo. Stellantis, Mercedes e tanti altri grandi marchi dell’auto continueranno a produrre auto a benzina per le tante aree del mondo in cui non ci sono vincoli».

Una scelta che, aggiunge Bosisio, «traccia una direzione, ma mi aspetto che fra qualche anno arrivi una proroga sulla scadenza del 2035. Di certo con l’elettrico si devono fare auto più leggere, con caratteristiche di elasticità tali per cui l’alluminio è il materiale perfetto e questo è anche il motivo per cui già oggi i trend di crescita rappresentano una rivoluzione con numeri pazzeschi».

Data anche la forte crescita di prezzo dell’alluminio oggi per Atie «la vera sfida – spiega Bertoletti – è far diminuire ai nostri clienti i costi di produzione dei pezzi di alluminio, consentendo maggiore competitività. Anche il mondo dell’acciaio sta lavorando per ottenere acciai sottili e resistenti anche per l’auto, ma a differenza dell’alluminio l’acciaio arrugginisce e ha un’elasticità che non assorbe gli urti tanto bene quanto l’alluminio. E, comunque, per essere competitivi anche negli ottimi acciai bisogna diminuire i costi».

L’azienda ha fatto la scelta precisa si specializzarsi sull’alluminio e in particolare sull’estrusione, con il 95% del fatturato che deriva dal settore.

Con 20 dipendenti fra cui in gran parte ingegneri informatici e un matematico, Atie è una pmi che compete con realtà di simili dimensioni ma anche con colossi come il Gruppo tedesco Sms: «Abbiamo scelto la nicchia dell’estrusione – afferma Bertoletti – con l’obiettivo di diventare i numeri uno visto che questo è un settore in cui resti escluso se non sei molto bravo. Certo, è un settore in cui ci sono quelli che sono molto bravi e forti perché hanno tanti soldi e aziende molto grandi, ma spesso accade che sull’assegnazione di commesse dove ci siamo noi e loro spesso vinciamo noi per la qualità della proposta e della soluzione al cliente. Siamo molto verticalizzati e siamo impegnati a migliorare tutti i processi dei clienti: dai tempi di produzione al controllo della materia prima, al controllo qualità, alla standardizzazione dei processi. E rispetto ai tedeschi siamo anche molto più elastici e anche questa per noi è una chiave vincente».

Soluzioni

In un momento in cui il costo del gas sta ulteriormente facendo volare i costi di produzione Atie trova dunque un maggiore spazio di mercato con le sue soluzioni. Guardando ai suoi calcoli aziendali Bertoletti spiega che l’anno scorso, prima della corsa dei prezzi, il costo di trasformazione di un chilo di alluminio alla billetta di partenza fino all’estrusione dei pezzi era di 0,8 euro per chilogrammo. Oggi è raddoppiato, costa 1,6 euro con tendenza a ulteriore rincaro per la crisi del gas. M. Del.

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