«A Gravedona in ospedale personale ridotto all’osso»

Salute In Prefettura le organizzazioni sindacali hanno incontrato i vertici della struttura

Il mese scorso, dopo un’assemblea con i dipendenti dell’ospedale di Gravedona, le organizzazioni sindacali avevano proclamato lo stato di agitazione. Criticità principale, nota da tempo, l’organico di personale – , dai medici agli infermieri, agli oss fino agli addetti alle pulizie – ridotto ai minimi termini. In quell’occasione era stato sottoscritto e inviato al prefetto, Andrea Polichetti, un documento e proprio in prefettura, nei giorni scorsi, sono state convocate le parti. Presenti Giuseppe Callisto (Cgil), Giuseppe Landi e Nunzio Praticò (Cisl) e Patrizia Bologna (Uil), che hanno ribadito, in particolare, condizioni di lavoro del personale non più sostenibili, con carichi insopportabili.

Da parte della proprietà, Gruppo Italcliniche, rappresentato dal direttore generale Giampaolo Pierini, è stata manifestata apertura al dialogo. «Occorre riconoscere la disponibilità dell’Azienda al confronto – afferma Patrizia Bologna – . Abbiamo stilato un calendario di incontri, il primo dei quali fissato già per martedì 9, al fine di affrontare assieme le problematiche evidenziate. Per noi è un positivo risultato».

«Siamo consapevoli della complicata situazione sanitaria a livello nazionale e del carico di lavoro riversatosi su Gravedona in seguito al restringimento dell’offerta a Menaggio – prosegue Bologna – ma è necessario tornare ad assumere dei dipendenti e metterli in condizione di lavorare serenamente, anche per quanto riguarda gli addetti alle pulizie. Un altro problema segnalato è quello della mancata vigilanza sugli accessi in ospedale, soprattutto di notte, a scapito della sicurezza di pazienti e lavoratori».

C’è cauta soddisfazione anche da parte dello storico sindacalista comasco della Cisl Giuseppe Landi: «Fa piacere l’apertura dell’Azienda al confronto – dice lo stesso – e ora confidiamo che i buoni propositi si traducano in concreto, riconoscendo ovviamente le difficoltà che anche la proprietà incontra nella gestione dell’ospedale. Nei prossimi incontri avremo modo di approfondire assieme le criticità e valutare assieme le possibili soluzioni».

Il personale ridotto all’osso, come fatto notare in occasione dell’ultima assemblea con il personale, finisce col provocare anche nervosismo, dissapori e incomprensioni fra gli stessi operatori, con incremento del rischio di errore a scapito dei pazienti. Negli ultimi anni la proprietà ha cercato di sopperire arruolando lavoratori cooperative, con figure che arrivano spesso dall’estero e hanno difficoltà a farsi capire, creando così una commistione di manodopera non positiva secondo le forze sindacali. Un anno erano già scesi in strada a protestare per una drastica riduzione delle ore di servizio gli addetti a mensa, pulizia e disinfezione (oltre cinquanta), mentre più di recente erano riaffiorati timori per le sorti del reparto di maternità, con piena rassicurazione arrivata poi dalla Regione. Dall’incontro in prefettura, ora, sono scaturite positive intenzioni di risolvere le criticità esistenti.

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