Doppia evasione, per Massimo Riella
un’altra condanna

Gravedona ed Uniti Un anno di reclusione per due episodi del 2021quando l’imputato era ai domiciliari

Ancora una condanna per Massimo Riella, 49 anni di Brenzio, dopo i nove anni inflitti dal tribunale di Como i per la rapina ai danni di due anziani di Consiglio di Rumo. Vicenda nota quest’ultima, in cui Riella si era sempre dichiarato innocente fino al punto di evadere in modo clamoroso (mentre faceva visita alla tomba della madre al cimitero di Brenzio) e dando vita alla sua lunga e clamorosa latitanza.

Riella rimase nascosto per mesi nei boschi dell’Altolario, per poi andare all’estero e venire arrestato solo in Montenegro mesi dopo. Era poi stato estradato e processato.

Ieri, Riella è tornato di nuovo in aula in Tribunale a Como, in uno dei molti processi che lo vedono coinvolto. Questa volta era accusato di altre due evasioni, certo meno clamorose di quella che l’aveva reso celebre.

Si trattava di fatti avvenuti il 26 ottobre 2021 e il 2 novembre sempre del 2021, quando era ai domiciliari. Almeno, avrebbe dovuto esserlo, visto che i carabinieri lo sorpresero lontano dall’abitazione dove avrebbe dovuto rimanere.

Ieri mattina, davanti al giudice monocratico, Riella ha spiegato i motivi di quelle due evasioni ravvicinate, dicendo che stava costruendo un tetto a Garzeno, che i domiciliari gli avevano interrotto le opere in corso e che in quei due giorni aveva lasciato la casa dove era ai domiciliari («ma solo per quindici, venti minuti al massimo») per recuperare delle attrezzature da consegnare ad altri operai che avrebbero dovuto proseguire le opere per suo conto.

Un “permesso” che si era concesso da solo visto che il capannone non era – a dire di Riella – molto lontano da casa. Il giudice tuttavia non ha voluto sentir ragioni, accogliendo la richiesta dell’accusa e condannando nuovamente l’imputato, questa volta ad una pena di un anno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA