Il fuggiasco di Gravedona
La sua verità ai familiari

«Sono evaso per trovare i veri colpevoli»: sono queste le parole che Massimo Riella avrebbe riferito ai parenti. Nonostante l’esame del dna, ha sempre negato di essere l’autore della rapina a due anziani di Consiglio di Rumo

«Sono evaso per assicurare alla giustizia i due veri colpevoli della rapina compiuta ai danni di due mie anziani compaesani. Poi mi consegnerò di nuovo alle forze dell’ordine». Sono le parole che, stando a fonti attendibili, Massimo Riella avrebbe riferito ai parenti prima di eclissarsi di nuovo nei suoi boschi dopo la clamorosa evasione di sabato scorso.

Nonostante la magistratura lo ritenga l’unico responsabile della brutta vicenda accaduta la sera del 9 ottobre scorso, quando un uomo incappucciato entrò dal terrazzo in casa di due anziani contadini di Consiglio di Rumo, facendoli cadere a terra prima di farsi consegnare circa 700 euro, lui nega tuttora ogni responsabilità e dice anche di sapere chi sono i veri colpevoli, uno dei quali avrebbe fatto il palo fuori casa.

Per poter incastrare i colpevoli, sarebbe sfuggito agli agenti penitenziari che l’avevano accompagnato nel piccolo cimitero della frazione. Per l’odioso reato perpetrato ai danni della coppia di anziani, al pregiudicato locale la giustizia era risalita grazie alle prove del dna, che non dovrebbe ammettere dubbi, ma intanto la rocambolesca evasione di Riella si arricchisce di un ulteriore risvolto destinato a far discutere. Le ricerche del fuggiasco, intanto, proseguono. (G. Riv.)

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