Il lupo sbrana tre capre a Garzeno. È lo stesso esemplare di Germasino, a un mese di distanza

L’allarme Razzie tra giovedì e ieri in una recinzione e sui monti non lontani dalle case. L’allevatore: «Dateci fieno per sfamare gli animali in stalla». Il sindaco: «Servono soluzioni»

Un mese fa sopra Germasino, ora a un tiro di schioppo da Garzeno.

Il lupo ha sbranato dapprima un’altra capra in pieno giorno e, per giunta, dentro un recinto, appena sopra l’abitato. E ieri ha colpito ancora sui monti di Catasco e poi ancora in territorio di Garzeno. Tre le capre uccise, tutte azzannate al collo, com’è tipico del grande predatore.

«Al mattino mi ero recato dalle capre – racconta il proprietario dell’animale sbranato mercoledì, Roberto Lanati – Verso sera è salito ancora mio figlio a dare un’occhiata e ha trovato il recinto vuoto; in un angolo c’era la capra uccisa».

Lo sterco nelle vicinanze

Le altre, terrorizzate, sono riuscite a saltare il recinto: alcune sono state trovate nelle ore successive, il resto è rientrato la mattina successiva. «Pochi giorni prima avevamo trovato sterco di lupo a dieci minuti di distanza dalla nostra stalla e in quella zona aveva già fatto scappare delle capre – segnala Lanati – Si tratta quasi certamente dello stesso lupo che ha sbranato una capra a Germasino un mese fa in località Corlino (quando aveva attaccato con il proprietario del gregge e altre persone nelle vicinanze). Ora la Regione mi risarcirà il danno, ma è normale andare avanti così? Io ho altre 40 capi in stalla che intendevo portare in montagna nei prossimi giorni, perché le nostre capre, da sempre, sono fatte per pascolare in quota, tranne nel periodo in cui c’è la neve. Adesso ci vengono a dire che le regole sono diverse, che non si possono lasciare animali al pascolo, ma soprattutto, ora, c’è il lupo, che è sceso a ridosso del paese».

Nessun allarmismo

Anche il sindaco di Garzeno Eros Robba non rimane indifferente.

«Altri episodi di predazione, a poca distanza da quello in territorio di Germasino, ci dicono che il problema non va sottovalutato. Gli spostamenti del lupo nella nostra zona non sono più un fenomeno isolato. Non voglio sicuramente creare allarmismo, né azzardare che vi sia un pericolo immediato per l’uomo – prosegue il primo cittadino – ma credo sia doveroso comprendere la preoccupazione degli allevatori e, soprattutto, che sia giunto il momento di provare a definire soluzioni attuabili per la tutela delle greggi e di quanti resistono in un’attività che permette di tenere viva la nostra montagna».

I dubbi di Roberto Lanati, i effetti, sono legittimi: «Lascio che il lupo sbrani tutte le mi capre e ogni volta chiedo un indennizzo? In attesa che le istituzioni competenti decidano di porre rimedio a questa delicata situazione, non sarebbe più opportuno che agli allevatori venisse destinato il fieno sufficiente a sfamare gli animali in stalla?».

Il caso di Bugiallo

La polizia provinciale ha compiuto i rilievi e conferma che possa trattarsi sempre dello stesso esemplare.

«È un lupo solo che staziona da oltre un mese nella stessa area della Valle Albano – afferma il comandante, Marco Testa – Lo stiamo seguendo e non è escluso una forma di zoppia a una zampa, menomazione che avvalorerebbe la sua tendenza a ad avvicinarsi agli abitati e alle aziende agricole per sbranare capre, animali più abbordabili rispetto ai cervi».

«La predazione segnalataci a Bugiallo, sopra Sorico, invece è opera di un altro lupo. Abbiamo fatto le dovute segnalazioni alla Regione a tutela degli allevatori» ha concluso Testa.

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