 
        
       
    Cronaca / Lago e valli
Venerdì 31 Ottobre 2025
In Svizzera anche con il bus: rivoluzione per i frontalieri
Accordo in Consiglio dei ministri con la Svizzera sul “cabotaggio”. Interessati alla novità migliaia di lavoratori comaschi occupati in Ticino
Marco Palumbo
Parlare di svolta storica nei rapporti di confine - legati ad un tema sensibile come quello dei trasporti su strada - questa volta è tutt’altro che riduttivo. Questo dopo che il Consiglio dei ministri, nella seduta di martedì, su proposta del ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, ha approvato l’atteso disegno di legge «per la ratifica e l’esecuzione dell’accordo tra il Governo italiano e il Consiglio federale svizzero concernente il trasporto di cabotaggio nell’ambito dei servizi internazionali regolari transfrontalieri con autobus».
Accordo sottoscritto a Roma il 17 ottobre 2024. Per meglio inquadrare la portata del provvedimento, basti pensare che i due autobus studenteschi in partenza da Menaggio e diretti via Svizzera a Monte Olimpino e Lazzago in caso di sosta in Ticino non potrebbero far scendere i passeggeri, facendo una sosta lungo il percorso prestabilito.
Non traggano in inganno le fermate a Lugano della linea “C112” Menaggio-Porlezza-Lugano con capolinea alla stazione delle Ferrovie Federali Svizzere sono oggetto di un accordo a sé. Di sicuro si tratta di un’interessante opportunità in più - espletate le formalità di rito - anche per tanti frontalieri, che potrebbero così rinunciare, a fronte di corse e orari certi, all’auto per andare e tornare dal posto di lavoro.
Per entrare in vigore il provvedimento ha necessità però di un ultimo passaggio parlamentare.
Il vocabolo “cabotaggio” contempla la possibilità per un mezzo di trasporto di effettuare servizi in un Paese diverso da quello in cui il mezzo stesso è immatricolato.
In base alla nuova intesa sarà dunque possibile far salire e scendere passeggeri anche nelle fermate intermedie sul territorio ticinese.
Analogo discorso per i bus svizzeri in territorio italiano. Ovviamente oltre alla Lombardia nell’accordo sono contemplate tutte le regioni italiane di confine da un alto e dall’altro insieme al Ticino anche i Cantoni Grigioni e Vallese.
Nella nota che è stata predisposta al termine del Consiglio dei ministri di martedì si legge che «l’accordo consente ai vettori italiani e svizzeri di effettuare trasporti di cabotaggio nell’ambito di servizi regolari transfrontalieri soggetti a obblighi di servizio pubblico, in deroga all’Accordo Ue–Svizzera del 1999, come autorizzato dalla Decisione (Ue) 2020/854». Questo per dire che sino ad oggi le regole europee e nel contempo gli accordi internazionali con la Svizzera vietavano questo tipo di pratica.
«Il testo disciplina le procedure di autorizzazione e concessione dei servizi, individua le autorità competenti e istituisce una Commissione mista italo-svizzera per garantirne l’applicazione e la risoluzione delle controversie», si legge ancora nella nota ministeriale.
Dunque ora anche una banale fermata intermedia dentro una tratta internazionale - senza troppo andare lontano una fermata nel primo Comune ticinese dopo il confine all’interno di un tragitto in uno Stato extra Ue quale è la Svizzera, non sarà più un tabù.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
 
             
            