La tragedia di Lenno
Ecco perchè è accaduta

Oggi l’interrogatorio della ragazza che si trovava al timone del potente motoscafo. La ricostruzione della Procura. E domani l’addio alla vittima

Nel giorno dell’interrogatorio di Celia Wuttke - in programma questa mattina per la convalida dell’arresto di sabato - arriva anche una prima ricostruzione ufficiale della tragedia che venerdì, al largo del Balbianello, era costata la vita al giovane Luca Fusi, 22 anni, bocconiano di Guanzate, sorpreso dal destino mentre prendeva il sole sul lago con gli amici Francesco Bassi e Leonardo Rigamonti, feriti ma sopravvissuti.

Le testimonianze raccolte nelle ore immediatamente successive all’incidente hanno consentito alla procura (pm Antonia Pavan) di accertare che l’imbarcazione era impegnata in una sessione di wakeboard, stava cioè trainando su una tavola uno degli 11 amici che componevano l’equipaggio; che la stessa imbarcazione - un motoscafo Master Craft della lunghezza di 5 metri, alimentato da 320 cavalli - stava procedendo con la chiglia rialzata, al punto da precludere del tutto la visuale anteriore a chi si trovava ai comandi; che quand’anche qualcuno avesse urlato a squarciagola - come sembra abbia fatto il povero Luca per avvertire gli amici del pericolo - là sopra non avrebbero udito nulla poiché il motoscafo procedeva con lo stereo “a palla”.

È una ricostruzione ancora perfettibile - l’indagine è soltanto agli inizi - ma è anche la ricostruzione confluita nella richiesta di convalida dell’arresto, sulla quale questa mattina dovrà esprimersi il gip Laura De Gregorio, il magistrato chiamato a interrogare la giovane Celia Wuttke, 21 anni ancora da compiere, cittadina belga di Kruisem, nel cuore delle Fiandre. La Procura vorrebbe che, ad arresto convalidato, il tribunale emanasse una ordinanza di custodia cautelare, disponendo la prosecuzione degli arresti domiciliari per evitare che la ragazza possa rientrare troppo presto in Belgio, quantomeno prima che siano chiariti tutti gli aspetti della vicenda.

Le contestano anche il fatto che sul motoscafo intestato al patrigno sedessero dieci amici (più il “trainato”) e che al di là di logica e buon senso (pare che fossero quasi tutti seduti a poppa, con l’inevitabile effetto di sollevare ulteriormente la chiglia dello scafo sulla superficie dell’acqua) il loro numero violi la norma regionale che vieta a quanti pratichino attività di sci nautico o simili di «trasportare altre persone oltre al conducente e all’accompagnatore esperto di nuoto». In altre parole avrebbero dovuto essere in tre.

Ieri intanto, l’anatomopatologo Giovanni Scola ha completato - sempre per conto della Procura - gli accertamenti autoptici sulla salma di Luca. I funerali sono in programma domani, mercoledì alle 11.30, a Guanzate. Il Comune ha dichiarato il lutto cittadino durante la cerimonia. (S. Ferr.)

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