«Ma i veri lupi sono i bracconieri»
Crociata di Omassi dopo l’allarme

Garzeno: la presenza di due esemplari tra le neve a Najoo aveva suscitato preoccupazione. Il noto documentarista: «Gli allevatori curino il bestiame»

Il lupo preoccupa, il lupo è una minaccia per gli allevatori. Affermazioni che Alessandro Omassi, documentarista e fotografo della natura che da oltre dieci anni collabora in veste di accompagnatore-guida con l’associazione di viaggi “Avventure nel Mondo”, disconosce.

«Si parla di transizione ecologica – dice in riferimento al nuovo ministero istituito dal governo del premier Mario Draghi – ma a mio avviso siamo ancora all’epoca delle caverne. Il territorio va rispettato e non continuamente utilizzato a proprio piacimento dall’uomo, soprattutto da chi ogni anno distrugge interi ecosistemi con gli incendi. Bisogna imparare a convivere con la natura, che spesso violentiamo».

E aggiunge: «Anche la convivenza con il lupo è possibile, ma occorre cambiare cultura e, in tal senso, siamo indietro ancora anni luce».

Il lupo è tornato sulle montagne fra Val Cavargna e Valle Albano e anche nei giorni scorsi due esemplari - ne abbiamo dato notizia proprio su queste colonne - sono stati immortalati in quota sopra Garzeno, tra le nevi di Najoo. Tanto è bastato per suscitare nuovi allarmismi tra gli allevatori. «Sparare ai lupi sarebbe da trogloditi – dice senza mezze parole Omassi – I tempi cambiano e il nostro compito è quello di invertire la rotta di un pensiero errato, ma non ancora estirpato, soprattutto nelle valli isolate. Si ritiene una minaccia il lupo, ma ben più pericoloso è il bracconiere. La realtà rurale, del resto, è fatta di regole che da noi, spesso, si pretende di non seguire scaricando poi e responsabilità sugli animali selvatici e sulla natura in generale». (G. Riv.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA