Operai morti nella notte per aver respirato il monossido: è stato sequestrato il cantiere dove hanno dormito con il braciere acceso

Moltrasio Le vittime sono giovani egiziani di 25 e 29 anni in Italia solo da pochi mesi, che hanno trascorso la notte in una baracca all’interno dell’area in via Ranzato. Trovati al mattino da un connazionale

Hanno acceso un braciere per scaldarsi, in una delle prime notti fresche di fine estate e, con tutta probabilità, sono passati dal sonno alla morte senza rendersi conto di nulla, intossicati dal monossido di carbonio. È finita così, nella notte tra martedì e mercoledì, la vita di Abdelaziz Salah e Said Samir, di 25 e 29 anni ed entrambi egiziani, all’interno di un container posizionato nell’area di cantiere di via Ranzato 4, a Moltrasio, proprio sopra la statale Regina.

Qui, in corso, c’è la costruzione di appartamenti di lusso: il committente principale è russo, ma ci sarebbero almeno tre ditte che lavorano lì, di cui una affidataria principale e altre due in subappalto.

La dinamica

I due giovani operai, da pochi mesi in Italia e residenti a Milano, pare lavorassero in cantiere già da qualche settimana, stando almeno al racconto del collega che li ha trovati poco dopo le 9: l’altra notte avrebbero deciso di fermarsi all’interno del cantiere, con tutta probabilità per una questione di comodità, evitando il viaggio da pendolari. Da capire se quella fosse la prima notte che trascorrevano nel container o se fosse già accaduto in passato: resta il fatto che, per scaldarsi, hanno acceso un fuoco, evidentemente ignari del rischio di inalare il monossido.

Quando, ieri mattina, il connazionale di 62 anni li ha trovati, il braciere era ancora caldo: per i due operai, purtroppo, non c’era già più niente da fare. Inutile l’arrivo sul posto,con la massima urgenza, della Croce Rossa di San Fermo e dell’auto medica, oltre ai Vigili del fuoco di Como; i soccorsi non hanno potuto fare altro che constatare il decesso di Abdelaziz e Said.

Sul posto anche i carabinieri della compagnia di Cernobbio e la Radiomobile di Como, oltre al nucleo dell’ispettorato del lavoro e all’Ats, che ha riscontrato una serie di irregolarità all’interno del cantiere, non legate alla tragica morte dei due operai egiziani su cui, comunque, bisognerà fare chiarezza. Da capire, innanzitutto, se il container fosse adatto a ospitare per la notte i due operai, o se si trattasse di una soluzione di fortuna. Come detto, potrebbe non essere stata quella la prima notte trascorsa lì, ma forse precedentemente non avevano mai avuto bisogno di scaldarsi.

Sequestro

Il cantiere di via Ranzato, in ogni caso, è stato posto sotto sequestro e, nei prossimi giorni, saranno accertate tutte le responsabilità.

Sul posto ieri sono arrivati anche i parenti delle vittime e alcuni conoscenti, visibilmente scossi per l’accaduto: tra loro anche il fratello di Said, che è in Italia da più tempo e lavora anche lui come operaio, in provincia di Monza. Il ragazzo, però, non se l’è sentita di parlare.

Una tragedia che ha sconvolto tutti e che lascia aperti diversi interrogativi, a cui servirà trovare una risposta.

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