Pescava persici di frodo: denunciato

Bellagio Un dilettante residente in zona è stato sorpreso in piena notte dagli agenti della polizia provinciale. Utilizzava una “spaderna” con venti ami, un sistema vietato. Da gennaio ad oggi elevate trecento sanzioni

Cos’hanno in comune un antico metodo di pesca (oggi vietato) come la spaderna - formata da una corda con appendici in nylon per contenere gli ami - la Legge sulla pesca 154 del 2016, pensata per le razzie operate da bande dell’Est Europa sul Po e un pesce simbolo del nostro territorio come il persico?

La risposta sta in un intervento portato a termine nel cuore della notte dalla polizia provinciale guidata dal comandante Marco Testa, che ha pizzicato un pescatore dilettante di mezza età residente in zona intento a pescare persici con la spaderna.

Barca sequestrata

Si tratta di un intervento che la stessa polizia provinciale ha definito singolare (la spaderna era utilizzata per la pesca delle anguille) e che in dote ha portato a una sanzione da 2 mila euro nonché al sequestro dell’attrezzo di pesca e dell’imbarcazione e - appendice di rilievo - ad una notizia di reato in Procura per pesca illegittima. E questo perché quella spaderna con 20 ami non poteva essere in alcun modo utilizzata, ricordando peraltro che l’anguilla è ad oggi una specie protetta, la cui cattura - se non in forma occasionale dentro il pescato professionale - ha un profilo penale.

Questo pescatore ha utilizzato tale strumento di pesca per assicurarsi un numero elevato di catture di persici. Colto sul fatto dagli agenti di Villa Saporiti, ha però dovuto fare i conti con le sanzioni sul piano penale della legge 154 del 2016, voluta per contrastare la pesca abusiva sulle acque interne e in primo luogo sul “grande fiume”, il Po. Questo attrezzo vietato è stato dunque utilizzato per catturare pesce che ha, per inciso, anche un valore commerciale.

Linea dura da parte di Villa Saporiti, dunque, impegnata dunque con i suoi agenti a notte fonda in situazione di lago “aperto”. Ora toccherà alla Procura definire al meglio questa vicenda, che a suo modo crea sicuramente un importante precedente sul nostro lago.

Complessivamente, la polizia provinciale dall’inizio dell’anno ad oggi ha elevato in ambito pesca circa 330 sanzioni, oltre 70 delle quali riconducibili alla pesca degli agoni, scattata il 15 giugno puntuale, ma che nelle settimane precedenti ha visto un azione di controllo importante da parte degli agenti della Sezione Ittica, con annesso sequestro di oltre un quintale e mezzo di questo pesce simbolo del nostro lago, poi donato ad Associazioni benefiche.

Illeciti continui

Un dato rilevante quello delle (oltre) 330 sanzioni da inizio anno ad oggi, ricordando l’attività di prevenzione degli illeciti portate avanti non solo sul Lario, ma anche sui laghi minori, a cominciare da Alserio. Qui sono stati individuati pescatori di frodo che puntavano decisi con metodi pochi ortodossi a catture su larga scala su ciprinidi. In particolare, ad un pescatore di nazionalità cinese erano stati comminati 4 mila euro di sanzione per pesca con l’utlizzo delle nasse.

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