Riella, la fuga è finita. Arrestato in Montenegro: i carabinieri avevano segnalato la sua presenza in una casa del nord del Paese

Esclusivo L’uomo scappato lo scorso marzo durante una visita alla tomba della madre è stato arrestato ieri

La fuga di Massimo Riella è finita. Il fuggitivo comasco, che lo scorso marzo aveva incredibilmente beffato gli agenti che lo stavano accompagnando sulla tomba della madre scappando nel bosco e dando il via a mesi di un’epopea per molti diventata eroica (salvo dimenticare i reati per i quali lo stesso Riella era noto alle forze di polizia) è stato trovato in Montenegro, a 1300 chilometri dai boschi nei quali era riuscito a nascondersi per settimane. I particolari della cattura, così come la notizia della cattura stessa, li raccontiamo in anteprima ai lettori de laprovinciadicomo.it che si sono registrati gratuitamente al nostro sito (per farlo è sufficiente cliccare qui e inserire pochi dati così da poter accedere a contenuti esclusivi, dedicati - appunto - ai lettori che si sono registrati del tutto gratuitamente al sito de La Provincia).

L’arresto è stato comunicato alle 21.45 dal servizio di cooperazione internazionale dell’Interpol al Nucleo Investigativo della polizia penitenziaria l’arresto di Riella presso Podgorica capitale del Montenegro.

La presenza sul territorio montenegrino di Riella - fermato nei press idi Pdogorica, capitale del Paese - era stata segnalata allo Scip proprio dal Nucleo investigativo della Polizia penitenziaria a seguito di articolate e complesse investigazioni.

Dalla fine di giugno sino all’arresto, la penitenziaria ha mantenuto contatti diretti e costanti con i servizi di cooperazione internazionale localizzando Riella dapprima in Montenegro poi in Serbia e poi nuovamente in Montenegro

Grazie alle informazioni ricavate dalle investigazioni - condotte in collaborazione con i carabinieri del nucleo investigativo di Menaggio - il Nucleo è riuscito a localizzare con precisione il luogo nel nord del Paese dove il fuggitivo aveva trovato rifugio e comunicandolo ai reparti speciali della polizia montenegrina per il tramite dell”Interpol.

Si chiude così, dopo 125 giorni, la grande fuga del 48enne di Consiglio di Rumo evaso il 13 marzo scorso, quando aveva approfittato del permesso concesso dal giudice affinché potesse visitare la tomba della madre, morta mentre lui era detenuto in carcere. In questi mesi Riella è riuscito a eludere ogni tipo di caccia all’uomo. Anche quando uno degli agenti di polizia penitenziaria era riuscito a incontrarlo per tentare di convincerlo ad arrendersi e a costituirsi. Quel tentativo era finito con una nuova fuga e l’accusa - che si è dimostrata del tutto inattendibile - del padre di Riella di un ferimento del figlio da parte dello stesso agente della penitenziaria.

Negli ultimi giorni gli inquirenti erano riusciti a raccogliere elementi che confermavano il fatto che Riella fosse riuscito ad allontanarsi non solo dai boschi dell’Altolago, ma dall’Italia. I carabinieri sono quindi riusciti a trovare tracce della presenza dello stesso Riella in Montenegro, e la magistratura italiana si è attivata per far scattare un arresto su domanda di estradizione.

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