Rocce di scavo nel lago, più di un’ipotesi
Variante: ora la palla passa al ministero

Tremezzina. L’intervento prevede di pulire la lavorazione, imballarla e immergerla in sicurezza. In questo modo si eviterebbero migliaia di viaggi dei camion per il trasporto negli impianti

Tremezzina

Mit - ovvero il ministro delle Infrastrutture e Trasporti - e ministero dell’Ambiente hanno o meglio avrebbero deciso di approfondire - questa volta in via definitiva - la possibilità di conferire a lago dei materiali di scavo della variante della Tremezzina, in particolare quelli in uscita dal portale nord della Ca’ Bianca a Griante.

Dunque accanto ai nuvoloni neri che continuano ad addensarsi sul futuro delle “volate” tramite esplosivo, vero core business del cantiere (“volate” che non riprenderanno con cadenza giornaliera almeno sino a gennaio, secondo le ultime indiscrezioni), all’orizzonte si intravede un raggio di sole che potrebbe risultare determinante per il futuro di un cantiere che continua a viaggia a ritmi ed a ranghi ridotti.

I due ministri interessati alla partita - vale a dire Matteo Salvini e Gilberto Pichetto Fratin - lontano dai riflettori domenica, a margine dei lavori del “Forum Ambrosetti”, avrebbero confermato che questa opzione è tuttora in campo con gli annessi approfondimenti del caso, avvalorando così la tesi formulata durante la “Festa del Lagh” di Lezzeno dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il quale aveva di fatto riaperto la possibilità di conferire a lago una parte dei materiali di scavo della variante, bypassando il “no” di Arpa. E qualora l’ipotesi si trasformasse in realtà, toccherà proprio al Governo attraverso un Decreto ad hoc ufficializzare l’ultimo decisivo via libera. Il nostro giornale - questo per mettere ordine alle voci che si sono rincorse dopo le dichiarazioni, improntate al massimo pragmatismo, del ministro Giorgetti - ha in almeno due distinte circostanze rimarcato come il materiale in uscita dalla Ca’ Bianca, depurato dell’arsenico naturale (s’intende), non verrà riversato direttamente nel lago, bensì ripulito, lavorato e tramite tramogge conferito a lago, formando degli isolotti naturali sommersi sul modello svizzero. Si tratterebbe di una soluzione che andrebbe a risolvere almeno due distinte problematiche ovvero evitare il transito di centinaia di camion lungo la Regina e così risolvere il problema degli spazi praticamente nulli di stoccato del materiale di scavo dentro il portale nord della Ca’ Bianca.

Un ruolo determinante per ottenere poi tutte le autorizzazioni del caso lo potrà avere anche Regione Lombardia, che in materiale ambientale ha tutta una serie di competenze, ricordando che è la Giunta regionale a nominare il presidente di Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente.

La possibilità o meno di conferire a lago una parte dei materiali di scavo in uscita dal portale della Ca’ Bianca sarà utile anche per capire il destino degli approdi temporanei che anche l’ultimo progetto prevedeva venissero realizzati davanti alla Ca’ Bianca così da trasportare poi il materiale di scavo verso il Moregallo.

Approdi spariti dai radar e su cui è calato il silenzio. Approdi che poi sarebbero stati funzionali una volta ultimati i lavori anche alla realizzazione di un porticciolo con annesso alaggio per le imbarcazioni più volte chiesto sin dall’inizio del cantiere dall’Amministrazione di Griante.

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