Stipati sul bus, proteste dei genitori

Sotto accusa le corse del rientro della tratta che collega Menaggio con Porlezza. «Quaranta posti, salgono in ottanta». L’azienda: «Ma è colpa del nuovo orario delle scuole»

Porlezza

I genitori di Grandola, Carlazzo, Porlezza e Valsolda sono sul piede di guerra. I figli che frequentano l’istituto Vanoni stanno andando incontro a disagi per il trasporto, in questa prima parte dell’anno scolastico, per via degli orari e dei pullman troppo pieni.

«E’ improponibile trasportare 80 passeggeri su un pullman di 40 posti – denuncia una mamma sui social – E molti studenti non riescono nemmeno a salire. Eppure anche loro pagano regolare abbonamento».

Le corse sotto accusa sono quelle della tratta Menaggio – Porlezza – Lugano del rientro: i ragazzi escono alle 13.40 dalle scuole e sono costretti ad attendere il pullman fino a oltre 14. Il pullman, inoltre, a causa anche di turisti che ancora ne usufruiscono, si riempie all’inverosimile. Rendendo il viaggio davvero complicato.

Al di là del fatto che all’avvio della scuola emergono ovunque problemi di varia natura prima di un assestamento generale, nel caso specifico sembra originare tutto dall’introduzione della settimana corta all’istituto di scuola superiore menaggino.

Una scelta voluta dai genitori e avallata dal consiglio di istituto, che comporta ovviamente variazioni di orari durante la settimana: il sabato libero impone di spalmare le ore sugli altri giorni e, come detto, ora gli studenti escono in grande numero alle 13.40. E per coloro che abitano da Grandola a Valsolda, come detto, i primi mezzi di linea disponibili partono da Menaggio dopo le 14.

Al di là dei tempi morti d’attesa si presenta quello dell’intasamento dei mezzi, legato alla coincidenza d’orario di uscita con la vicina scuola media, alla quale afferiscono anche alunni dei Comuni circostanti. «Ma non è vietato viaggiare in piedi sui mezzi pubblici?» si chiede un altro genitore.

In realtà, per rispondere a questa domanda, ai bus di linea è consentito trasportare anche passeggeri in piedi, nella percentuale del 60%: un pullman con 50 posti a sedere, insomma, può trasportare anche trenta persone in piedi.

Il problema tuttavia resta in tutta la sua complessità. In vista della settimana corta l’istituto Vanoni aveva convocato un incontro con i responsabili di Asf per comunicare il nuovo assetto e chiedere rassicurazioni sul servizio di trasporto dei ragazzi.

Ma almeno in questa prima fase non mancano le proteste, segno che una soluzione definitiva non è stata ancora trovata.

L’Asf, l’azienda dei pubblici trasporti, si mostra aperta a trovare possibili soluzioni a favore dell’utenza, anche se non nasconde le difficoltà. «Alla luce della settimana corta al Vanoni, abbiamo rivisto quattro corse su sei – fa sapere l’Azienda al quale La Provincia ha chiesto spiegazioni – Di più è davvero complicato. Alla stessa ora escono anche gli alunni della scuola media e sulla statale Regina da Menaggio a Porlezza non è possibile utilizzare pullman più capienti. E’ nota anche la carenza di autisti – aggiunge Asf – ma siamo disponibili a un confronto per cercare, nei limiti del possibile, di andare incontro alle esigenze dell’utenza».

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