
Cronaca / Lago e valli
Lunedì 05 Maggio 2025
Stop all’esercito dei soccorsi
Tobias, non ci sono speranze
Livo: sei giorni di ricerche dell’escursionista olandese scomparso sui monti Soccorso alpino, pompieri, finanza, forestali e protezione civile: tutto vano
Livo
Dopo sei giorni di ricerche serrate in quota, l’esercito di soccorritori mobilitato per ritrovare Tobias Servaas, l’escursionista olandese di 31 anni che era uscito lunedì scorso dalla baita affittata a Dangri, si è fermato.
Per quanto sia doloroso affermarlo, non ci sono più speranze di ritrovare vivo un disperso in quota a distanza di sei giorni, del resto, e dopo i residui tentativi di ieri, le squadre di Soccorso alpino della XIX Delegazione Lariana, Vigili del fuoco, Guardia di finanza, Protezione civile e Carabinieri forestali sono rientrate definitivamente alla base.
Hanno perlustrato infiniti ettari di bosco, cercato in acqua nei profondi canyon della Val di Bares, poi si sono spinti persino ad oltre 1.800 metri di quota per rilevare se nella neve alta ci fosse qualche buca in cui il povero escursionista potesse essere sprofondato. Di lui, purtroppo, nessuna traccia. Sabato le squadre di terra avevano operato ancora con il supporto di elicotteri e droni vagliando un’area ampia e impervia.
Da sottolineare anche la piena disponibilità dei Comuni di Peglio e Livo: il primo ha messo a disposizione il centro polifunzionale del Gorghiglio, che ha fatto da base operativa per le ricerche e ha ospitato anche i genitori del giovane disperso, il secondo, grazie un valido gruppo di volontari, ha preparato pranzi e cene per il personale presente.
«Ho visto con i miei occhi quanto sono preparati e capaci gli uomini che per una settimana si sono prodigati nelle ricerche – commenta a questo proposito il sindaco di Livo, Daniele Pozzi – Hanno fatto molto più del possibile con una perizia da lasciare davvero sbalorditi. Abbiamo sperato tutti che il giovane escursionista potesse essere individuato in qualche luogo impervio, magari ferito ma vivo. Non è stato così, purtroppo, e il pensiero di tutti noi va soprattutto ai famigliari: alla compagna e ai genitori, che hanno seguito da vicino le ricerche speranzosi fino all’ultimo».
Il giovane olandese, esperto runner d’alta quota e quindi tutt’altro che incosciente come tanti che invece bazzicano le nostre montagne, era uscito dalla baita affittata per un periodo a Dangri per un’escursione, senza più rientrare. Era scattato l’allarme e nella mattinata di martedì erano iniziate le ricerche. L’unico indizio a disposizione dei moltissimi soccorritori poteva essere la veloce conversazione che aveva effettuato con la proprietaria della baita, incrociata per caso, alla quale aveva detto di volersi spingere verso la località Mota, sopra il nucleo di baite di Baggio; ma quello, per lui, era evidentemente solo un luogo di passaggio e non certo la meta scelta per la sua escusione. Troppo vasta la montagna locale per poterla scandagliare palmo a palmo. Il corpo dello sfortunato escursionista è destinato, almeno per ora, a rimanere dove la montagna lo ha intrappolato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA