Sui conti 150mila euro della bancarotta. Per l’ex sindaco due anni

San Siro Oltre a Claudio Raveglia un anno e tre mesi al papà, e tre anni a un coimputato

Per il giudice dell’udienza preliminare di Como, Carlo Cecchetti, l’ex sindaco (e attuale vice) di San Siro Claudio Raveglia (48 anni), il padre Sergio Raveglia (87 anni) e un terzo imputato, Domenico Scordo (70 anni di Figino Serenza), hanno giocato un ruolo a vario titolo nelle vicende che portarono alla bancarotta di una società dal nome “Forma Urbis” (ai due Raveglia viene imputato il concorso esterno) e “Sviluppo Urbano” di cui Scordo figurava come presidente del Cda.

L’inchiesta

Indagini sui dissesti appena citati che erano partite dal fascicolo che aveva coinvolto, con un lavoro condotto dalla Guardia di finanza, l’ex assessore di Cantù Claudio Ferrari che aveva già patteggiato 5 anni in quanto considerato il dominus di un più allargato sistema di reati fiscali e bancarotte che aveva finito con il coinvolgere diversi personaggi di spicco e noti del mondo politico. Tra questi, appunto, anche Raveglia, ex sindaco di San Siro. Per lui il giudice ha letto una sentenza di 2 anni di condanna con il rito abbreviato, comprensiva dunque dello sconto di un terzo della pena. Il padre ha rimediato un anno e tre mesi, mentre Scordo è stato condannato a tre anni.

Sostanzialmente, il gup ha accolto in pieno (solo per Sergio Raveglia era stata chiesta una pena più alta, ovvero di due anni come il figlio) quelle che erano state le richieste del pubblico ministero Antonia Pavan che aveva indagato su sospetti reati nel mondo delle compravendite immobiliari. Fascicolo che era “entrato in scena” il 21 di novembre del 2022 con la notifica di ordinanze di custodia cautelare che avevano portato in cella proprio Ferrari.

Lo schema

Le indagini, che pian piano si erano allargate, erano arrivate ad iscrivere sul registro degli indagati anche i due Raveglia e Scordo che avevano poi scelto il rito Abbreviato concluso ieri mattina. L’avvocato della difesa dell’ex sindaco di San Siro, Giuseppe Sassi, non ha voluto commentare la sentenza lasciando però intendere l’intenzione di rivolgersi ai giudici di secondo grado. Nominato ad assistere i Raveglia anche Alessandro Mogavero, mentre Scordo era assistito da Antonino Palamara.

Secondo quanto sostenuto dal pm, lo schema illecito prevedeva inadempimenti fiscali e poi, prima di eventuali accertamenti tributari, lo svuotamento delle società con il trasferimento di capitali sotto diverse forme e con diversi movimenti.

Secondo la Guardia di finanza, dai conti di “Forma Urbis” uscirono versamenti privi di documentazione, oppure con documenti ritenuti di copertura. Distrazioni che per un importo di 150mila euro sarebbero finite anche sui conti riconducibili ai Raveglia. Secondo il pm l’operazione distrattiva era stata in precedenza concordata tra le parti che non potevano dire di non essere a conoscenza di quel trasferimento di capitali. E sempre secondo la pubblica accusa tra Raveglia e Ferrari ci fu anche un incontro per concordare quello da dichiarare agli inquirenti.

La difesa ha tuttavia sempre contestato questa ricostruzione, sostenendo che quei soldi erano solo la caparra per una compravendita immobiliare. Scordo è finito invece in un altro filone della stessa indagine, quello che aveva riguardato la bancarotta di Sviluppo Urbano.

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