
Cronaca / Lago e valli
Venerdì 09 Maggio 2025
Tornano i lavarelli: nel lago un milione di pesci
L’operazione Immissione di 200mila esemplari a volta «Sono già lunghi 4/5 centimentri, hanno una maggiore possibilità di sopravvivere»
Griante
Circa 200 mila lavarelli - 4-5 centimetri in media di lunghezza - hanno riconquistato il lago martedì di buon mattino, grazie all’ittiologo nonché responsabile dell’incubatoio di Fiumelatte (Varenna) Alberto Negri, ai suoi collaboratori, ai volontari della Fipsas di Lecco ed al pescatore professionista di Tremezzina Livio De Angeli.
«Li immettiamo senza troppe manipolazioni, con una lunghezza di 4-5 centimetri. Se manipolato il lavarello tende a perdere le scaglie. Lavorando in questo modo in pochissimi minuti i lavarelli sono nel lago. Siamo gli unici in Italia a fare le immissioni di lavarelli a queste taglie» vale a dire 4-5 centimetri”, fa notare Alberto Negri, che illustra l’operazione per il ripopolamento del lago di Como.
Questo perché gli altri incubatoi immettono i lavarelli sotto forma di larve cioè alla schiusa.
Le operazioni
A monte c’è il prezioso lavoro dei pescatori professionisti - Livio De Angeli, Alessandro Sala e Marco Spreafico - e così dei tanti volontari della Fipsas oltre ai collaboratori dell’incubatoio Marco Gallandra, Fabio Mauri e Lucio Scotti.
Pescatori professionisti che hanno garantito la cattura dei riproduttori tra i Beau Rivage (Griante) e Bellagio per quanto concerne la sponda comasca del lago, poi rapidamente trasportati (in vasche ossigenate) a Fiumelatte.
Uno studio effettuato in Francia ha evidenziato che un lavarello di 3 centimetri vale come 50 larve. Da qui la maggiore probabilità di sopravvivenza dei lavarelli immessi nel lago dall’incubatoio di Fiumelatte, sostenuto con vigore da Regione Lombardia. E di fronte a 200 mila lavarelli immessi (il totale supererà il milione) ci si chiede il motivo per cui questa pregiata specie del Lario ha registrato una picchiata delle catture da parte del pescato professionale.
«Dai primi dati che abbiamo analizzato il motivo di questo calo repentino legato ai lavarelli è dovuto ad una carenza di zooplancton al momento della schiusa - fa notare ancora Alberto Negri -. A febbraio, nel momento della schiusa, di zooplancton nel lago ce n’è pochissimo. Per diretta conseguenza la possibilità di alimentarsi diventa molto limitata, tenendo conto che il tempo di sopravvivenza della larva, senza nutrirsi, è pari massimo a due settimane».
Le previsioni
I volontari una volta “catturati” i piccoli lavarelli dalle vasche, li hanno adagiati in contenitori ossigenati e di lì in pochi minuti al lago. In questo contesto l’attività dell’incubatoio di Fiumelatte è fondamentale. Dai dati dello scorso anno - raccolti su lavarelli di tre anni - il 77% dei lavarelli prelevati nelle zone di fregia (lavarelli “marcati” attraverso un colorante innocuo) arriva dall’incubatoio.
Questo è un dato importante per l’attività di questa struttura ben tenuta, ma per contro denota quanto difficile sia la situazione per quel che riguarda la riproduzione naturale nel lago. Le operazioni di immissione nel lago proseguiranno anche nei prossimi giorni. Da rimarcare, dentro questa crisi del lavarello, anche il blocco delle immissioni per due anni , ora scongiurata per il triennio 2024-2026.
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