Torno: in ritardo i lavori post alluvione. «Aspettiamo una firma da mesi»

Il sindaco punta l’indice contro la Soprintendenza per una strada di cantiere nel bosco. E poi rilancia: «Sedici fuori casa, dove sono gli ambientalisti che protestavano per il resort?»

Torno

Questa volta, nel “j’accuse” rivolto alla Soprintendenza, non c’entra il nuovo resort al centro di polemiche per altezza (ora ridotte) e volumetrie. C’entra una firma senza la quale non può partire il primo lotto dei lavori di messa in sicurezza della Valle di Pedegola, le cui ferite provocate dalle alluvioni di settembre non consentono ancora a quindici residenti di rientrare a casa. Una sola delle sedici persone ancora fuori casa ha potuto far rientro nella propria abitazione.

«Noi la nostra parte l’abbiamo fatta sin dai primi di ottobre, cioè una settimana dopo l’ultima delle tre alluvioni, dando un incarico per redigere il primo lotto dei lavori di messa in sicurezza per un importo totale pari a 300 mila euro sui 2 milioni e mezzo complessivi dell’intervento - rimarca il sindaco Rino Malacrida -I lavori però non possono ancora partire. Questo perché manca la firma della Soprintendenza, chiamata a dare il nullaosta per realizzare la strada di cantiere nel bosco. A fine ottobre abbiamo approvato il progetto preliminare. Siamo a primi di dicembre e nulla è ancora accaduto. C’è urgenza di iniziare quei lavori. L’alveo della Valle di Pedegola va ricostruito. Sotto c’è una frazione, Rasina, che richiede a gran voce la necessaria messa in sicurezza. Si parla di tempi infiniti della burocrazia. Noi lo stiamo sperimentando su un tema serissimo come quello del dissesto idrogeologico».

Anche Regione Lombardia peraltro ha dato il proprio nullaosta a questo intervento che una volta ricevuto il via libera prima dell’appalto dovrà tornare in Giunta a Torno per l’approvazione del progetto esecutivo. «Quando dovremo aspettare ancora quella firma? - si chiede il sindaco Rino Malacrida -. Mi chiedo cosa ne pensino anche quelle Associazioni ambientaliste che si sono scagliate contro la nostra Amministrazione nei mesi scorsi (il riferimento è al progetto del nuovo resort, ora in fase rivisitazione, ndr.). Non hanno nulla da dire di fronte a quindici persone fuori casa? Sono molto preoccupato anche perché la situazione in quota è tutt’altro che rassicurante. Non solo a Blevio ci sono grossi massi che in caso di nuove precipitazioni rischiano di finire a valle. Vedremo anche cosa riserverà lo studio sul dissesto che è in fase di realizzazione per il quale la Comunità montana - che peraltro ha già avallato il lotto uno dei lavori - sta svolgendo un ruolo importante».

E’ chiaro che dentro questa situazione difficile riemergono - seppur indirettamente - tutte le polemiche che hanno contrassegnato gli ultimi mesi legati alla realizzazione del nuovo resort, le cui volumetrie hanno subito dato adito a vibranti polemiche. Poi i volumi globali e parte delle altezze sono state riviste. Dopodiché su Torno si sono abbattute le alluvioni di settembre, che sicuramente ora rappresentano una priorità inderogabile, ricordando i 350 mila euro che Regione Lombardia ha già riconosciuto al Comune per la “somma urgenza”. Ora però “non c’è altro tempo da perdere”.

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