Truffe telefoniche: questa volta si finge un avvocato, ma le anziane lo smascherano

Tremezzina Due tentati raggiri a donne di 80 e 85 anni, che hanno denunciato ai carabinieri. La richiesta era di 6.500 euro per falsi incidente che sarebbero stato causati dai figli

Una doppia truffa tentata in appena 24 ore. Una dinamica che è in tutto e per tutto sovrapponibile. Vittime, come sempre, gli anziani.

In questi ultimi due casi che stiamo per raccontare, tuttavia, i malviventi hanno dovuto alzare bandiera bianca dopo essersi trovati di fronte a pensionati che, al contrario di quanto pensavano, hanno saputo tenere loro testa. E non è nemmeno il primo caso, in queste ultime settimane, di esiti negativi per i truffatori. Elemento che fa pensare che finalmente, dopo tanto lavoro di informazione da parte delle forze dell’ordine, si possa essere giunti ad una consapevolezza che permetta di disinnescare i raggiri.

La prima vittima

Gli episodi di cui stiamo per scrivervi sono stati raccolti in denuncia dai carabinieri della Compagnia di Menaggio.

Il primo è accaduto nella giornata di lunedì. Una signora di 85 anni di Lenno, vedova e da sola in casa, è stata contattata al telefono fisso da una sedicente avvocatessa che la informava che il figlio era stato coinvolto in un incidente stradale di cui aveva la colpa. Per questo motivo, era stato arrestato e rischiava di finire in carcere. La truffatrice avrebbe detto a questo punto che l’uomo si trovava in Questura e che per evitargli di finire in una cella del Bassone sarebbero serviti 6.500 euro. Una telefonata arrivata, nella casa del comune di Tremezzina, al pomeriggio della giornata di lunedì.

L’anziana non si è scomposta. Ha parlato con il finto avvocato, ha ascoltato bene le sue richieste, poi con tranquillità ha chiesto il numero di telefono della sua interlocutrice perché a breve sarebbe stata contattata dall’avvocato della famiglia. Tanto è bastato per far interrompere immediatamente la telefonata. La signora di Lenno, 85 anni, non si è però accontentata e si è presentata nella caserma dei carabinieri di Tremezzina per riferire quanto era accaduto e mettere nero su bianco la propria denuncia querela a carico di ignoti.

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L’altro episodio

Ieri poi, a poche ore di distanza dal primo episodio, una telefonata identica ha raggiunto una signora (sempre vedova, e sempre sul telefono fisso) di 80 anni.

Anche in questo caso, tuttavia, la presunta vittima ha saputo difendersi senza venire raggirata, dopo che dall’altra parte del telefono era iniziata il solito racconto dell’incidente d’auto e del figlio che si era reso protagonista dello schianto e che per questo rischiava l’arresto. Due episodi nel giro di poche ore non possono essere sottovalutati dai carabinieri della compagnia di Menaggio che, al riguardo, fanno sapere che «chiunque riceva telefonate del genere, deve farsi lasciare un recapito dicendo che il numero verrà contattato subito dopo». I malviventi in questione, infatti, non possono permettersi di far interrompere la comunicazione per il rischio che la presunta vittima possa contattare le forze dell’ordine.

Quindi, di fronte ad una simile richiesta, il truffatore preferisce di solito alzare bandiera bianca e scappare. Proprio come è successo nei due casi di cui abbiamo appena riferito. Ed in ogni caso, è sempre bene – prima di consegnare anche un solo euro – chiamare i carabinieri e avvisarli di quanto sta avvenendo.

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