Variante beffata, la rabbia del lago

Colonno Amarezza per la priorità ai lavori a Tirano. Fermi assicura: «I lavori da settembre. L’impresa è in grado di gestire i due cantieri contemporaneamente»

Colonno

E ora cosa accadrà? Il quesito è legittimo dopo che ieri il nostro giornale ha anticipato l’opzione più che concreta che il cantiere della variante della Tremezzina possa rimanere in stand by da qui a fine anno - o in seconda ipotesi proseguire con gli attuali ritmi e cioè di una “volata” ogni settimana, dieci giorni - a fronte della necessità del Consorzio Sis di pigiare sull’acceleratore della variante di Tirano, rubricata come opera olimpica e che Anas, durante il sopralluogo istituzionale del 1° agosto, ha confermato terminerà entro fine anno.

Un’opzione (a ieri pomeriggio non smentita né da Anas né dall’impresa) che stride con l’annuncio del Mit - il ministero delle Infrastrutture e Trasporti - di una ripresa su larga scala dei lavori, di cui si era fatto garante al Tavolo istituzionale del 16 luglio l’assessore regionale comasco Alessandro Fermi, in stretto contatto con il ministro Matteo Salvini.

Le rassicurazioni

E proprio Alessandro Fermi ieri ci ha tenuto a puntualizzare che «gli spostamenti dei macchinari registrati in questi giorni erano previsti». Ciononostante, «la ripresa del cantiere della variante della Tremezzina da settembre è confermata», con l’obiettivo «di arrivare a pieno regime il prima possibile». «L’impresa è in grado di gestire contemporaneamente entrambi i cantieri», ha assicurato Alessandro Fermi, preannunciando - notizia di rilievo - «un incontro entro metà settembre, dove si avrà un cronoprogramma dei lavori».

Perché in fondo al di là delle rassicurazioni contenute nella nota istituzionale vergata il 16 luglio scorso al termine del Tavolo sulla variante convocato in Prefettura a Como un cronoprogramma effettivo dei lavori non è stato ancora ufficializzato, a fronte soprattutto del dialogo ancora in essere tra Anas e impresa dopo la seconda determina del Collegio Consultivo Tecnico. Dialogo soprattutto di natura economica con 50 milioni di euro assicurati da Anas (54 milioni secondo altre indiscrezioni) per garantire la copertura - non totale (questo va detto) - dei costi di trasporto, conferimento e discarica del materiale contenente idrocarburi (in uscita da Colonno e diretto verso sud) e in quota maggiore quello contenente arsenico naturale (in uscita dalla Ca’ Bianca e anch’esso diretto verso sud).

Sul fronte dei contatti istituzionali c’è da registrare anche quello tuttora in essere tra il sindaco di Tremezzina Mauro Guerra e l’amministratore delegato di Anas Claudio Andrea Gemme con un primo «utile aggiornamento reciproco e confronto sui lavori della variante e sulle prospettive future» avvenuto lo scorso 26 luglio. Non è escluso che, considerata la volontà dell’ad di Anas di garantire al territorio - tramite il sindaco di Tremezzina (e presidente di Anci Lombardia) - una puntuale informazione circa l’iter e soprattutto il cronoprogramma dei lavori possano esserci novità a stretto giro.

Le incertezza

Di sicuro mai come in questo momento serve chiarezza che a cascata va ad interessare aspetti collaterali della vicenda non meno interessanti - per quel che concerne le dinamiche territoriali - come l’opzione tuttora in essere di far circolare i camion della variante sette giorni su sette.

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