Variante, ecco il villaggio degli operai: la struttura ospiterà 300 persone

Grandola Quasi pronti gli alloggi destinati agli operai e ai tecnici impegnati nell’opera. Anas non si sbilancia: «Siamo in fase di conclusione, ma non c’è la data di insediamento»

Ha preso forma e volge al termine, nei prati di fianco a via Cascinello Rosso, la realizzazione del villaggio della variante della Tremezzina, destinato ad ospitare le maestranze impegnate sui cantieri di Colonno e Griante.

Anas, tuttavia, non si sbilancia ancora sui tempi dell’insediamento: «E’ in fase di conclusione l’allestimento del campo base – si legge in una nota dell’ufficio stampa – ma al momento non c’è ancora una previsione certa per l’insediamento della maestranze».

Intervento a Colonno

I lavori della variante erano iniziati alla fine di novembre con una quarantina di operai impegnati all’imbocco di Colonno; con gli scavi a pieno regime e l’avvio dei lavori anche sul fronte di Griante, gli operai impegnati arriveranno ad essere oltre 250; tenuto conto anche dei tecnici, il villaggio di Grandola arriverà ad ospitare circa 300 persone. Ma quando verrà allestito il cantiere all’imbocco nord? Si ventilava, in un primo momento, entro l’estate, ma dopo qualche lieve ritardo già in fase organizzativa, anche i tempi annunciati per lo scavo del tunnel su due fronti slitta.

Il sogno delle Olimpiadi

Il sogno di una variante conclusa entro il gennaio 2026, in tempo utile per le Olimpiadi invernali della Valtellina, sembra insomma sempre più utopia. I confronti con le gallerie di variante Cremia - Dongo e Valsolda, del resto, non sono certo incoraggianti: oltre vent’anni per realizzare gli scavi nella montagna.

La Cremia – Dongo è lunga 4,8 chilometri e, ultimata nel 2004, è costata 70 milioni di euro; la Oria – Cressogno, inaugurata nel 2012, è lunga 3,3 chilometri ed è costata 65 milioni di euro. Il tunnel della Tremezzina misurerà 9,8 chilometri, 8,2 dei quali chilometri di galleria, e costerà ben 369 milioni di euro.

Ma a Grandola ed Uniti tiene sempre banco anche la questione del Binadone, la piana verde fra Grandola e Bene Lario sulla quale la ditta appaltatrice della variante avrebbe puntato l’occhio per scaricare parte del materiale di scavo.

Oltre a un comitato civico costituitosi per preservare l’area, anche il Comune di Grandola si è detto ufficialmente contrario a un suo utilizzo come deposito di smarino.

«Siamo sempre vigili – dice Attilio Selva, uno dei portavoce del comitato – . Non abbiamo più avuto notizie al riguardo e confidiamo nel buon senso, ma come ripeto, non abbassiamo la guardia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA